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Corte di Giustizia UE dà ragione a Blanco: “no a tasse su vincite all’estero”

Aggiornamento - La Corte di Giustizia Europea ha dato ragione a Cristiano Blanco e Pier Paolo Fabretti ai quali era stata contestata la mancata dichiarazione delle vincite maturate nei casinò esteri dell’Unione Europea.

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Arriva così la tanto attesa sentenza della CGE che, di fatto, boccia su tutta la linea l’inchiesta All in condotta in questi anni dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di centinaia di players italiani che non avevano dichiarato le vincite nei tornei dal vivo, maturate nelle sale da gioco estere.

Le pretese delle autorità fiscali del nostro paese sono contrarie ai principi del Trattato UE ed in particolare all’articolo 56 (divieto di doppia imposizione). Secondo i legali di Blanco, la normativa italiana applicata in questo caso è discriminatoria.

Dopo anni di contenzioni nelle varie Commissioni Tributarie, finalmente arriva il chiarimento dei giudici europei. A questo punto, i dubbi vengono ridotti a zero.

Come si è arrivati alla sentenza? Per i giudici comunitari la normativa italiana è discriminatoria: da una parte pretende il versamento delle tasse sulle vincite maturate all'estero nelle sale da gioco comunitarie, mentre dall'altra esonera dagli obblighi fiscali i players che giocano nei casinò italiani. In questo modo vi è un forte incentivo a partecipare ai tornei live solo nel territorio nazionale, penalizzando la concorrenza degli altri stati membri.

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Per la Corte non vi possono essere ragioni che giustificano tale discriminazione, come può essere - ad esempio - la lotta al riciclaggio o il contrasto alle ludopatie.

Seguono aggiornamenti 

L'intervista a Cristiano Blanco: leggi il suo commento a caldo

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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