La nostra macchina del tempo pokeristica torna indietro di oltre 10 anni, a due brutti episodi accaduti in terra francese, che videro vittime due player italiani: Gianni Giaroni e Mustapha Kanit.
In questo Articolo:
Giaroni e i sospetti di collusion al final table del Partouche 2009
Era un giorno di fine novembre del 2009, quando Gianni Giaroni era in procinto di centrare il risultato della vita. Si trattava del Main Event del Partouche Poker Tour, torneo da 8.000€ di buy-in con 3 milioni garantiti a montepremi. Il compianto “professore” si qualificò per il tavolo finale, uscendo terzo ma con una quantità infinita di recriminazioni.
Gianni Giaroni già sospettava
Già poche ore dopo la fine del torneo, Gianni rivelava in un’intervista a GiocoNews di sentirsi truffato. Secondo lui, i due francesi arrivati ai primi due posti – Jean Paul Pasqualini e Cedric Rossi – erano in collusion. Non solo, secondo Giaroni i due si facevano segnali talmente evidenti che, dopo qualche ora, ormai egli stesso era in grado di capire che carte avessero.
Il video dell’accusa
Dopo qualche settimana spuntò un video che fece scalpore in tutto il mondo, in cui i segnali tra i due sospetti colluder erano piuttosto evidenti. Qui il video
L’espulsione dal GPI, poi il nulla
Intervenne anche Alex Dreyfus, oggi CEO di Socios e sponsor di importanti squadre di calcio, ma allora proprietario del Global Poker Index. Dreyfus annunciò la sospensione di entrambi i giocatori dal sito GPI: “Non vogliamo accusare nessuno, ma abbiamo chiesto ai 50 migliori giocatori al mondo di visionare il filmato e i feedback sono stati molto chiari”, aveva detto Dreyfus che dei due è anche connazionale.
Tuttavia, ad oggi, non risulta nessun provvedimento adottato da un circuito che peraltro ha chiuso i battenti pochi anni dopo. Va detto che lo stesso Pasqualini respinse con forza ogni accusa, e il giocatore di origini corse è tutt’ora abituale frequentatore del circuito.
Quando Musta venne eliminato da una mano foldata
Sempre dal Partouche Poker Tour, ma l’anno dopo e in un side event da 1.500€, proviene l’altra incredibile storia di ingiustizia subita da un giocatore italiano in terra di Francia. In questo caso ci troviamo al Palm Beach Casino di Cannes, con un ancora giovanissimo (19 anni) Mustapha Kanit protagonista.
Come raccontavamo in un articolo del tempo, l’azzurro si ritrova su un board 2-2-3-8 rainbow contro un avversario francese, che 4-betta fino a 2mila chips la 3-bet dell’italiano. Musta allora ci pensa, si fa chiamare il tempo e, a pochi secondi dalla fine, pusha per 7.700 totali. L’avversario allora sbuffa e folda stizzito, allontanando le sue carte chiaramente oltre la bet line. Alla notizia del fold Musta non resiste alla tentazione, mostrando A7off per il bluff. A questo punto accade l’incredibile: il francese ripesca le sue carte dal muck, chiama il floorman sostenendo che l’azione di Kanit fosse avvenuta alla fine del countdown e l’ufficiale di gara gli dà incredibilmente ragione! Viene dunque fatto girare il river, che è un 6 a estromettere Mustapha Kanit dal torneo.
Musta prova a chiedere spiegazioni, ma viene redarguito con pretesa di esprimersi in francese, lingua che evidentemente Mustacchione non conosceva molto bene. A supportare l’azzurro nelle sue proteste sono solo i due giocatori non francesi al tavolo, ovvero il danese Mickey “mement_mori” Petersen e l’americano Michael Binger, mentre tutti i transalpini spalleggiavano il bizzarro ruling adottato. Binger viene addirittura squalificato dal torneo, per le ripetute proteste.
Il racconto di Mustacchione
Poche settimane dopo, Musta ci raccontava così quella disavventura: “Credo che ci sia stato un misto fra incompetenza e malafede, perché i floorman hanno preso decisioni diverse. Dapprima hanno scelto di girare il river come se lui avesse chiamato, poi volevano far terminare l’azione sulla 3bet avversaria come se io avessi muckato, infine sono tornati ancora sui loro passi. Non accettavano spiegazioni in inglese, e quando ho provato a parlare francese mi correggevano perfino gli articoli…“.