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Rocco Schiavone: da Saint Vincent a Sanremo la chiusura è tutta un gioco, ma al massacro

Italo si fa mettere in mezzo da tre bari, Rocco Schiavone lo toglie dai guai

Rocco Schiavone non tradisce nemmeno stavolta e, da adesso fino al termine della terza stagione, sarà il mondo del gioco d'azzardo a fare da contorno. Un contorno non edificante, come è per certi versi fisiologico in una serie che rientra nel genere poliziesco e dunque si alimenta di storie criminali. "L'accattone", episodio andato in onda due giorni fa, ha tra le sue storie di contorno una brutta avventura avvenuta ad Italo, uno dei colleghi di Rocco, in una partita privata di poker che si rivela essere truccata.

In questo caso il giovane poliziotto cade vittima di un gruppo di loschi individui che lo mettono in mezzo, come si suol dire. Grazie all'uso di un mazzo segnato e di alcune tecniche proprie dei bari, lo ripuliscono riempiendolo di debiti e gettandolo nello sconforto. Sarà poi lo stesso Rocco, con un espediente "borderline" dei suoi, a toglierlo dai guai.

Manzini e il gioco: una visione radicale

Il poker (truccato) è solo la prima concretizzazione di un argomento, quello del gioco d'azzardo problematico, che sarà scenario centrale delle ultime due puntate, quelle tratte dall'ultimo romanzo di Antonio Manzini, intitolato appunto "Fate il vostro gioco". Nella prossima puntata si partirà dal ritrovamento del cadavere di un croupier in pensione, per arrivare a scoprire giri di usura e criminalità, insieme a una fetta di umanità gettata nella disperazione da quel mostro che può diventare il gioco, se affrontato senza il necessario equilibrio.

Già dall'uscita del romanzo si sapeva che la ludopatia è un problema molto sentito da Antonio Manzini, che oltre ad essere padre letterario del personaggio di Rocco Schiavone è anche sceneggiatore della serie. In una intervista dell0 scorso anno a "Io Donna" lo scrittore aveva espresso una posizione piuttosto netta sul gioco e sulla posizione dello stato che "ci lucra". Problemi reali su cui è difficile avere un'opinione informata ed imparziale, e chi scrive sa di non rappresentare un'eccezione in tal senso.

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Un momento della partita a poker di Italo

Perché Italo si tuffa nel gioco

Il poker entra nel mondo di Rocco Schiavone tramite il malessere di Italo, il giovane collega di Schiavone. La causa scatenante è probabilmente la delusione d'amore patita da parte di Caterina, ma trova terreno fertile in una insoddisfazione strisciante che il ragazzo decide di provare a superare al tavolo da poker. Scegliendo però, in tutta evidenza, i peggiori compagni di gioco possibili. Si tratta di una trama parallela, che comunque lascia l'amara (e fallace) impressione che a questo gioco si possa vincere solo imbrogliando.

Scarpa da applausi

Nell'attesa di conoscere gli sviluppi delle inchieste di Rocco Schiavone nel mondo della ludopatia e della criminalità che ci gira intorno, ci godiamo "L'accattone". E permettetemi un elogio a uno dei più grandi caratteristi viventi: Renato Scarpa. La sua interpretazione di Alfredo Bizzolati, il barbone che vive ai margini cercando di racimolare le rimanenze al mercato della frutta, è davvero magistrale per delicatezza e poesia.

Se volete guardare (o riguardare) questo o altri episodi di Rocco Schiavone, sono disponibili su RayPlay a questo indirizzo.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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