Come era per molti versi prevedibile, visto quanto vi abbiamo raccontato ieri, le World Series Of Poker sono passate all'azione, con un gesto che non ha quasi precedenti nella loro storia: sono stati sospesi sia l'assegnazione del braccialetto che il pagamento dei primi due premi, nel Millionaire Maker, in attesa che si concluda l'indagine contestualmente annunciata.
In questo Articolo:
Le WSOP aprono un'indagine sull'heads up del Millionaire Maker
Questo il post apparso ieri pomeriggio sull'account ufficiale X delle World Series Of Poker:
"Ieri sera, siamo venuti a conoscenza di una potenziale violazione del Regolamento Ufficiale dei Tornei WSOP, durante l'heads up dell'event #53. Un'indagine è in corso. Al momento, primo e secondo posto non sono stati confermati e né i premi in denaro né il braccialetto sono stati ancora ufficialmente assegnati."
Si tratta di una circostanza più unica che rara e, nel caso venissero presi provvedimenti, sarebbe la prima volta che un braccialetto non viene assegnato. Anche l'eventuale blocco del pagamento dei premi costituirebbe una prima volta.
La violazione riguarderebbe diversi commi della regola numero 40, relativa all'integrità dei tornei. Secondo quanto riportato dallo stesso regolamento, nel caso in cui venisse accertata la violazione, le sanzioni potrebbero includere, ma senza limitarsi a ciò ("may include, but shall not be limited to"), le seguenti fattispecie:
- Perdita delle chips
- Perdita dei premi
- Espulsione da un evento o da un'intera edizione delle WSOP
- Perdita del diritto di partecipare a futuri eventi WSOP
- Divieto di ingresso in casinò o altre proprietà delle WSOP

Le accuse di collusion e chip dumping: cosa era successo
Subito dopo la conclusione dell'heads up tra Jesse Yaginuma e James Carroll, sui social network sono partite accuse gravissime, che parlavano di COLLUSION e CHIP DUMPING. La collusion è un accordo non consentito tra due giocatori, a danno di altri giocatori o comunque della regolarità della competizione. Il chip dumping è un passaggio di chips da un giocatore all'altro, effettuato in maniera predeterminata e indipendentemente dalla distribuzione delle carte e dall'andamento della partita, anch'esso illecito.
Secondo le accuse, i due giocatori si sarebbero accordati sottobanco per via della presenza di un extra bonus da 1.000.000$, messo in palio da un'azienda esterna, e che però sarebbe stato valido solo in caso di vittoria di Yaginuma. Che, nonostante a un certo punto avesse uno svantaggio di 17 a 1, è riuscito a rimontare vincendo tantissime mani in maniera che molti ritengono sospetta.
I precedenti
Viene in mente il caso di Jonathan Tamayo, vincitore dell'ultimo Main Event WSOP, e delle polemiche relative al laptop che il suo coach Dominik Nitsche aveva portato in tribuna per "runnare" simulazioni e determinare range. In quel caso nessun provvedimento venne adottato, ma è noto che in questa edizione sono state cambiate alcune regole in merito all'uso di dispositivi, al tavolo e negli spalti dei final table, proprio per evitare di incorrere nuovamente in incidenti del genere.
Come si è arrivati a questo punto e le schermaglie WSOP-WPT
La vicenda si incrocia con una storica rivalità: quella tra World Series Of Poker e World Poker Tour. Le WSOP sono certo nate prima, ma ad esempio il WPT è stato il primo ad arrivare sugli schermi degli appassionati di tutto il mondo, Italia compresa. Dal 2002, anno sua fondazione, il World Poker Tour ha rivaleggiato con le World Series Of Poker in termini di prestigio, capacità di stupire, fascino. Le WSOP sono state a lungo - e lo sono tuttora - intimamente legate a Las Vegas, mentre il WPT si è sempre connotato come circuito più itinerante.
Come in ogni rivalità in ambito di business, i colpi bassi non sono necessariamente esclusi. Ad esempio, nel 2023, in molti avevano letto l'istituzione delle WSOP Paradise alle Bahamas, a dicembre, come un tentativo per togliere spazio, visibilità e affluenza al WPT Championship, storico evento che conclude ogni stagione del circuito rivale.
La promozione lanciata da ClubWPT Gold, room a soldi finti (che, ricordiamo, non è aperta a giocatori italiani) che è ovviamente collegata al World Poker Tour, si potrebbe leggere come una indiretta risposta al precedente "sgarbo". Lanciare una promo in territorio avversario, ovvero offrire un gigantesco premio in denaro a chi vince un trofeo messo in palio da un altro circuito, è sicuramente una mossa aggressiva e il fatto che al momento non ci siano notizie di investigazioni da parte dello stesso ClubWPT, indica che lo scenario che si è venuto a creare è praticamente ideale per la visibilità che ne è derivata.
Tuttavia, l'aspetto più interessante di questa mossa è che si basa su una storica "mancanza" delle WSOP.
Perché le WSOP non tolgono il divieto di deal?
Tutta questa polemica del Milly Maker è nata proprio per un'unica ragione: le World Series Of Poker vietano, per regolamento, la possibilità di stipulare deal nei tavoli finali. Dunque, immettendo un elemento economico importante dall'esterno, ClubWPT Gold ha in qualche modo scoperchiato quello che molti ritengono un limite. Diversi osservatori, Doug Polk in testa, si dicono certi che Jesse Yaginuma e James Carroll si siano accordati nell'unica maniera possibile, ovvero sottobanco, per dividersi il bonus milionario che sarebbe stato attivo solo in caso di vittoria del primo, mentre qualora avesse vinto Carroll ci sarebbe stato - di fatto - un milione di dollari in meno in palio.
Perché allora non togliere questo divieto e consentire i deal? Certo non sarebbe bellissimo, vedere due giocatori che si dividono il montepremi e lasciano 5.000$ in palio con il braccialetto. Ma bisogna anche guardare allo scenario attuale del poker live, dove i deal sono possibili praticamente in ogni circuito.
Inoltre, impedire i deal avrebbe avuto un senso fino a qualche anno fa, quando il prestigio del braccialetto da campione del mondo era ancora più o meno intatto. Oggi, con l'incredibile moltiplicazione di braccialetti messi in palio ogni anno, che nelle WSOP 2025 saranno 100 senza considerare gli eventi online e i vari altri festival che ne assegnano (WSOPE, WSOP Paradise), difendere il divieto di stipulare deal sembra una battaglia di retroguardia.
Crediti immagine di copertina: Alicia Skillman & PokerNews