E’ un momento molto caldo sul fronte del reddito di cittadinanza, visto la recente revoca comunicata per SMS a migliaia di beneficiari da parte dell’INPS. Proprio in questi giorni un giudice, nelle Marche, si è espresso su un caso molto particolare: un uomo di 39 anni percepiva il reddito di cittadinanza ma non aveva dichiarato il suo bankroll su un bookmaker online.
Uno dei problemi principali del R.d.C. è stato quello dell’assenza totale dei controlli da parte dell’INPS dell’ex presidente Tridico ora nel mirino delle forze di maggioranza del Governo per le sue presunte omissioni. Hanno beneficiato di questa forma di sostegno centinaia di migliaia di persone senza averne il diritto, in base alle leggi approvate nel 2018.
Per il regolamento dell’INPS, se si gioca o scommette, il beneficiario va incontro a sanzioni. Il comportamento ludico comporta l’immediata revoca del sussidio. Ma il rischio è un altro: la possibilità di essere denunciati dalla Procura della Repubblica competente e di andare a processo per truffa ai danni dello Stato.
Uno dei problemi principali per chi non rispetta - per le violazioni più gravi - la legge del R.d.C. è quello di dover sostenere un procedimento penale. Ed è capitato anche al giocatore 39enne marchigiano, originario di Senigallia.
Reddito di Cittadinanza e scommesse: i precedenti
Ci sono già stati altri casi, la giurisprudenza di primo grado inizia a essere variegata e divisa, non esiste un orientamento comune, bisognerà arrivare fino alla Cassazione prima di avere le idee un minimo chiare. C’è stato un precedente positivo, con l’assoluzione di una donna di Avellino e un altro negativo con un gambler di Verona che è stato condannato a 14 mesi.
Il caso nelle Marche
Le edizioni online dei giornali locali di Ancona ci informano che un uomo di 39 anni è stato rinviato a giudizio, perché al momento di presentare la domanda per accedere al beneficio del reddito di cittadinanza, aveva omesso di dichiarare che possedeva su un conto di gioco online circa 7mila euro che utilizzava come bankroll per le sue scommesse online. Non si tratta di una grossa cifra ma neanche di una somma banale per una persona che ha bisogno del sussidio statale. Il 90% degli scommettitori si sogna una cifra del genere sul proprio conto gioco.
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L’INPS gli aveva riconosciuto la possibilità di percepire il reddito. In base alla sua domanda e alle indagini fiscali risultava quasi nullatenente. Ma a seguito di ulteriori controlli è risultato invece essere in possesso di 7mila euro depositati su un conto gioco di un bookmaker autorizzato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (che fa parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze).
5 anni di lotta giudiziaria: perché il Giudice lo ha assolto
E’ stato rinviato a giudizio ma il giudice competente lo ha assolto: "il fatto non sussiste". Il caso risale al 2018, proprio nelle prime ore della nascita del reddito di cittadinanza.
Per l’INPS, in base alla documentazione presentata era tutto regolare così l’uomo iniziò a ricevere il bonifico dall’ente previdenziale.
Il giocatore aveva percepito quasi 12mila euro dallo Stato quando ulteriori controlli effettuati dalla Guardia di Finanza misero in evidenza i 7mila euro su un conto gioco che non erano stati dichiarati.
Dopo quasi 5 anni, la vicenda giudiziaria, dal punto di vista penale si è conclusa nel migliore dei modi per lo scommettitore.
La Procura di Ancona aveva chiesto 8 mesi di reclusione per indebita percezione del reddito, ma è stato assolto. Ogni caso ha una storia particolare a sé. Nelle Marche la difesa aveva puntato sulla tesi dell’errore del CAF del sindacato che lo aveva assistito alla presentazione della domanda e l’autocertificazione. L’impiegato non aveva informato l’uomo dell' obbligo di dover dichiarare anche le rendite derivanti dai giochi online. Inoltre, da quando è scattata l’inchiesta, l’indagato ha restituito tutto il denaro percepito dall’INPS. Tenuto conto di tale comportamento e circostanze, il Giudice si è convinto della buonafede del 39enne. Sarà interessante nelle prossime settimane leggere le motivazioni della sentenza.
Purtroppo, dal 2018, da quando è entrato in vigore il R.d.C. , sono numerosi i casi simili. L’ultimo riguarda uno scommettitore di Treviso al quale sono state contestate vincite nel betting online e nel poker superiori ai 200mila euro.
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