Vai al contenuto

C'era una volta la Triple Crown: il poker cambia pelle, fra braccialetti in saldo e festival da 100 eventi

triple-crown-poker

A poker, si sa, si gioca per i soldi. Il tentativo della Global Poker League (e, prima ancora, di Match Poker) di separarlo dal concetto di denaro è ancora lontano dall'ottenere risultati. Tuttavia, spesso i soldi non sono l'unico parametro tenuto in considerazione dai giocatori.

MTT: sfide, side bet e achievements

Nei torneisti, ad esempio, l'aspetto di competizione mentale e il raggiungimento di determinati obiettivi rappresentano stimoli supplementari fondamentali, per raggiungere i risultati attesi in termini monetari. Si pensi ad esempio alle last longer, pratica comune fra i giocatori che scommettono cifre anche molto importanti su chi riesca ad arrivare più in fondo in un determinato evento. Ma un caso analogo è anche quello delle bracelet bet, la più famosa delle quali è forse quella milionaria fra Jason Mercier e Vanessa Selbst dell'estate scorsa.

Triple Crown, un traguardo...di galoppo

Ma spiriti ipercompetitivi come quelli dei torneisti cercano senza sosta nuovi traguardi, nuovi "achievements". Quello della Triple Crown è un traguardo preso in prestito dall'ippica, precisamente dal galoppo dove premia il cavallo capace di vincere, nel corso di una stessa stagione, le tre principali corse degli Stati Uniti. Tra l'altro, proprio lo scorso anno American Phaorah è riuscito a conquistarla dopo la bellezza di 38 anni dall'ultimo purosangue che ci era stato capace dell'impresa (Affirmed, 1978).

Come saprete, nella sua accezione pokeristica la triplice corona si assegna chi riesce a vincere (anche non in una sola stagione) un main event in ciascuno dei principali circuiti live: il World Poker Tour, le World Series Of Poker e l'European Poker Tour. Con la fine di quest'ultimo - glorioso - circuito, la triple crown del poker perde definitivamente di senso, ma il declino era iniziato ben prima e si spiega con le enormi mutazioni che hanno interessato il mercato del poker live, negli anni.

Uno scorcio di sala stracolma, durante le WSOP 2016 di Las Vegas
Uno scorcio di sala stracolma, durante le WSOP 2016 di Las Vegas

I grandi circuiti

Innanzitutto, il prestigio di un traguardo si misura ovviamente con la difficoltà nel poterlo raggiungere. Quando è nato il concetto di Triple Crown applicato al poker, le occasioni per inseguirla erano piuttosto ridotte.

WSOP

10-12 anni fa, gli eventi WSOP con in palio un braccialetto erano appena una trentina; nel 2016 sono stati 68, considerando solo le WSOP estive ed escludendo la coda dell'edizione europea, divenuta biennale dal 2013 per far spazio - negli anni pari - a quelle disputate in Asia ed Oceania.

Giacomo Fundarò con il trofeo WPT vinto qualche anno fa a Mazagan, in Marocco
Giacomo Fundarò con il trofeo WPT vinto qualche anno fa a Mazagan, in Marocco

WPT

Il WPT è un circuito piuttosto contraddittorio. Forse il principale veicolo di espansione mediatica del poker, il World Poker Tour ha sofferto negli anni la crescita di WSOP ed EPT, che ne hanno senza dubbio offuscato il prestigio nei due storici continenti di riferimento del poker: America ed Europa.
Negli ultimi anni il WPT ha reagito alla crisi con una politica di "espansionismo" ad est (Europa e Africa) che ha certamente sortito effetti importanti. Tuttavia, la moltiplicazione di tornei e titoli WPT ha un po' deprezzato il valore - ancorchè molto alto - del titolo. Dalla Romania al Marocco al Sudafrica, le nuove frontiere sperimentate dal World Poker Tour sono state molte, anche se non sempre con risultati all'altezza del brand.

EPT

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Infine, l'EPT. Partito a fari piuttosto spenti 13 anni fa, l'European Poker Tour è stato protagonista di un'ascesa fortissima, che ha sicuramente rappresentato sinonimo di prestigio e qualità ai massimi livelli per tutti gli appassionati del vecchio continente e non solo. Nelle ultime stagioni c'è stata una fisiologica flessione, figlia (come per gli altri brand) di un mercato in continua evoluzione. Così, quella di Praga è destinata ad essere l'ultima tappa nella gloriosa storia di quello che senza dubbio rimane il circuito più amato dagli italiani.

Francesco Delfoco con una delle due picche vinte all'EPT Praga 2015
Francesco Delfoco con una delle due picche vinte all'EPT Praga 2015

La metamorfosi del mercato

In sintesi, le WSOP sono passate da 33 eventi braccialettati nel 2005 a quasi 80 nel 2015, considerando anche i tornei disputati in Europa. Il WPT è rimasto con un numero di eventi variabile fra i 15 e i 21 per ogni stagione. L'EPT è passato dalle 7 tappe delle prime stagioni alle 13 in quelle del boom, fino alle sole 6 della stagione 12 e alle 3 di quella attuale, peraltro particolare e da non prendere in considerazione.

La politica dei festival e la centralità dei main event

L'European Poker Tour torna invece comodo per evidenziare un altro cambiamento sostanziale, nell'offerta dei tornei live degli ultimi 10 anni. Nel 2005 Patrik Antonius vinceva l'EPT di Baden, in una tappa che comprendeva solo il Main Event e un altro torneo di Seven Card Stud. L'ultima tappa nella storia, quella del mese prossimo a Praga, avrà un totale di 131 (centotrentuno) eventi.

L'offerta si è moltiplicata in maniera clamorosa, anche per andare incontro a delle esigenze che si sono evolute. Una volta c'era una maggiore "solennità" intorno ai main event, con decine di testate provenienti da tutto il mondo a celebrare una vittoria che cambiava la vita. Per usare termini cari ai giocatori, una volta il live era molto più improntato alla "shottata" (il singolo colpo che sposta molto), mentre oggi abbiamo dei festival infiniti e soprattutto "grindabili". Ti va male il main? E chi se ne frega, se c'è il 2k 8-handed, l'high roller da 10k o gli hyper turbo della sera tardi?

E a proposito di high roller, il forte aumento di questa offerta di tornei dai buy-in molto alti ha - giocoforza - derubricato i main event, o almeno depotenziato questi tornei da motivo di sogno a quasi "un evento come tanti altri". Se infatti una volta il vincitore del Main era senza dubbio alcuno colui che riportava la vincita più cospicua, oggi non è più così.

In questo modo il poker live si è adattato ai tempi, adeguando di conseguenza l'offerta a una domanda che vuole concentrare il massimo numero possibile di occasioni per giocare live all'interno di una trasferta. Allo stesso tempo, però, oggi è molto più difficile creare un'epica intorno a un evento o celebrarne il campione. Visto che il PokerStars Championship, che rimpiazzerà l'EPT, promette di raccoglierne in tutto e per tutto l'eredità, c'è da aspettarsi che tali tendenze non cambino.

E' un discorso abbastanza simile a quanto accaduto a livello WSOP e ad un argomento che periodicamente ritorna nei dibattiti: il reale valore di un braccialetto. Difficile stabilire se avesse maggior valenza vincerlo quando gli eventi erano una decina e i partecipanti un centinaio per torneo, oppure oggi che ci sono tantissime occasioni e si può mettere al polso un braccialetto anche spendendo 500$.

Sono dubbi destinati a rimanere irrisolti o parzialmente insoddisfatti. Ci resta un traguardo - quello della Triple Crown pokeristica - inevitabilmente avviato al capolinea. Non che sia una tragedia, trattandosi di un riconoscimento virtuale o - in senso lato - platonico. Però era un buono spunto per riflettere sul poker che è stato, cercando magari di immaginare il poker che sarà.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI