E’ lontano il 9-9-2009, giorno fatidico per il poker sportivo live italiano, quando l’ex Ministro degli Interni Roberto Maroni inviò a tutte le Questure una circolare che invocava “tolleranza zero” nei confronti dei circoli. Pochi mesi prima, lo stesso Ministero e il Consiglio di Stato avevano dettato le linee guida del settore (buy-in massimo 30€, divieto re-buy, solo un torneo giornaliero). Poi il repentino cambio che spiazzò molte associazioni.
Ne è passata di acqua sotto i ponti e se la Legge 88/2009 è rimasta lettera morta (senza regolamento e bando ed in parte modificata dalla Legge Stabilità del 2011), la Corte di Cassazione ha demolito il “progetto” dell’ex ministro leghista.
D’altronde, la Circolare ha sempre avuto un’efficacia interna, ma nessun valore legale dinanzi a qualsiasi tribunale. E oramai sono note le posizioni della giurisprudenza penale. Gli stessi giudici amministrativi si stanno allineando ai “principi” contenuti nell’ultima sentenza della Cassazione.
In Italia però assistiamo da anni a blitz delle Questure che continuano ad appicare alla lettera la vecchia Circolare firmata da Maroni, nonostante una giurisprudenza consolidata.
I risultati però sono sotto gli occhi di tutti con archiviazioni ed assoluzioni a raffica, con un grave danno economico per lo Stato ed una congestione assurda nelle aule dei tribunali (non a caso la Cassazione si è voluta esprimere con una “Massima”), senza pensare agli effetti collaterali non secondari (morali ed economici) che vengono riservati agli organizzatori dei tornei.
Stiamo testimoni di una situazione paradossale: in alcune province e regioni si gioca con l’avallo implicito delle Questure, in altre zone non è possibile. Ed allora?
L’unica strada logica, in un paese civile, è quella di riscrivere una nuova Circolare per il live che sia chiarificatrice per le Questure, agevolando il lavoro dei responsabili di pubblica sicurezza, indicando in modo chiaro le linee guida dettate dai supremi giudici.
E ben vengano i controlli e le eventuali denunce nei confronti di chi non rispetta la legge, perché giocare nei circoli – per la Corte di Cassazione – è legale, solo entro certi limiti (no rebuy, no cash game e con buy-in low stakes) ma chi rispetta la legge deve essere tutelato.