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Tapie vola a Dublino: firmato accordo su cessione beni Full Tilt

howard-ledererC’era solo un ultimo ostacolo da superare per la conclusione effettiva della vendita di Full Tilt Poker ma in queste ore tutto è andato secondo i piani e le parti in causa hanno rispettato i precedenti contratti: il Gruppo Bernard Tapie ha formalizzato un accordo con gli azionisti della red room che si impegnano a cedere tutti gli asset della multinazionale al Dipartimento di Giustizia USA (DoJ).

Tecnicamente i beni andranno nel già esistente “Fondo di confisca dei beni”. A sua volta il manager francese si è impegnato ad acquistare tale fondo per 80 milioni di dollari, in virtù di un precedente contratto sottoscritto dalle parti. Oramai tutto o quasi era definito, mancava solo l’assenso ufficiale da parte dei soci di Tiltware, la holding di controllo.

I precedenti accordi dovevano avere l’avvallo della maggioranza degli azionisti che hanno deliberato la loro autorizzazione all’operazione. In questo modo verranno rimborsati tutti i players e formalmente Ferguson e company non sono più proprietari.

I vecchi soci hanno solo un diritto di opzione da esercitare (con prezzo già definito) per l’acquisto di nuove azioni ma non potranno partecipare al consiglio di amministrazione e né avranno alcun privilegio di voto. Per loro sarà solo un’ operazione di investimento finanziario. Il timone di controllo sarà in mano a Tapie e i suoi partner.

Laurent Tapie nella giornata di ieri era a Dublino per parlare con i dipendenti e illustrare quali sono ancora i passaggi da compiere: l’obiettivo è quello di tornare online a gennaio e di non perdere ulteriore tempo.

Gli avvocati stanno lavorando per la cessione ufficiale e definitiva: il passaggio degli asset dal DoJ alla cordata capeggiata dal manager francese (ma per sua ammissione sembra che vi siano anche dei soci statunitensi, in particolare proprietari di casinò).

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Il problema sono i tempi burocratici: gli azionisti di Tilt dovranno comunque redigere un inventario sotto il controllo di Tapie. L’accordo prevede inoltre la clausola (già nota) che i transalpini dovranno rimborsare tutti i clienti non statunitensi per oltre 150 milioni di dollari.

Una volta che saranno restituiti i fondi a tutti i players, il DoJ lascerà decadere le azioni civili nei confronti del gruppo. Rimangono solo le inquisizioni penali su Ray Bitar.

In queste ore Subject Poker ha confermato le indiscrezioni che circolavano da diversi giorni. La società si sta muovendo per riattivare una licenza temporanea con l’AGCC ed ha iniziato a sondare il terreno per i mercati regolamentati europei (Spagna in primis). Una cosa è certa: l’accordo trilaterale è stato sottoscritto, è solo una questione di tempo.

Tapie vuole entrare in Spagna e vuole acquisire licenze per tutti i mercati del Vecchio Continente. Esprimi la tua opinione sul futuro di Full Tilt Poker!

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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