Un fondo di investimento britannico sarebbe intenzionato ad acquistare il software di Full Tilt Poker per 35 milioni di dollari nel caso la trattativa con Bernard Tapie dovesse saltare.
A pubblicare l'indiscrezione in esclusiva è stato il portale inglese iGaming Post ipotizzando che dietro l’operazione ci sarebbe Bwin-Party e, in seconda battuta, 888 Holdings. La notizia ha già fatto il giro del mondo.
E’ bene sottolineare però che la voce non è stata confermata dalle due società coinvolte ed anche nostre fonti hanno smentito l’esistenza di altre piste alternative a quella di Tapie. Inoltre, a complicare il quadro ipotizzato dai giornalisti inglesi è il fatto che il software è in questo momento sotto sequestro dal Dipartimento di Giustizia.
Il gruppo francese ha ancora una sorta di diritto di prelazione che scadrà tra meno di due settimane. Pertanto, il manager francese ha l'opportunità di chiudere l’accordo con il DoJ ed acquistare la red room, senza subire interferenze esterne.
Le recenti dichiarazioni ufficiali di Ray Bitar e dell’avvocato Behnam Dayanim inducono ad un certo ottimismo sulla chiusura imminente dell'accordo ma in questa operazione molto complessa, di certezze non esistono e i colpi di scena sono sempre all’ordine del giorno.
iGaming Post sostiene che il fondo di investimento starebbe trattando per conto di una room che non avrebbe alcuna intenzione di rilanciare Full Tilt Poker ma solo di acquisire, a prezzo di saldo, il software, considerando la situazione debitoria molto difficile del sito. Naturalmente l’ipotesi potrebbe prendere corpo solo in caso di fallimento dell’operazione condotta da Tapie.
Il nome di Bwin-Party (che non ha confermato) è venuto fuori per tante ragioni: la prima è la vendita di Ongame a Shuffle Master per 19 milioni di dollari (più altri 10 in caso di legalizzazione del mercato USA) ed inoltre Jim Ryan (Ceo del gruppo) pochi giorni fa, ha rivelato che nel 2012 verranno pianificati investimenti importanti per l’apparato tecnologico della piattaforma di PartyPoker.
In estate aveva fatto rumore una “visita di cortesia” effettuata da Ryan e dai vertici di Bwin-Party nella sede di Dublino di Full Tilt Poker ma l’operazione era poi caduta nel vuoto perché Bitar e soci stavano già parlando con il gruppo guidato da Bernard Tapie (al tempo non era ancora uscito allo scoperto). Lo stesso Ryan, in tempi non sospetti, aveva smentito una eventuale trattativa per la red room però chi non sarebbe interessato a mettere le mani su uno dei software più performanti del mondo, rush poker compreso?
Tapie lo sa bene e per questo sta lottando contro il tempo per chiudere definitivamente la telenovela e rilanciare Tilt a 9 mesi dalla chiusura. Ci riuscirà? Dieci giorni e lo sapremo...