Il boom del poker di questi anni ha catturato l’attenzione anche delle agenzie fiscali europee: la normativa, i controlli e le indagini conoscitive sono in piena evoluzione, ogni giorno c’è una novità rilevante in materia.
Oramai i blog non fanno altro che pubblicare notizie sul delicato rapporto tra il mondo del poker e il fisco: un giocatore professionista (ma non solo) deve tenersi quotidianamente aggiornato su tali aspetti che possono rivelarsi decisivi per il successo della propria attività.
Europa
Nell'ultimo anno vi sono state importanti novità in Francia, Spagna e Germania. Ma negli altri paesi europei? L’ultima nazione che ha deciso di regolamentare il mercato è stata l’Olanda, dove negli ultimi anni si è operato in un regime monopolistico. Nella terra famosa per le libertà, negli ultimi anni la concorrenza è stata limitata ed i grinder sono tutt'ora costretti a giocare su network stranieri. Per questo motivo, dal 2008 è in vigore una normativa fiscale ad hoc per i giocatori. Dal 2010, inoltre per la Suprema Corte il poker è considerato un gioco d’abilità.
Aliquota 29%
Abbiamo visto quali sono i delicati equilibri dei mercati interni e le aliquote fiscali per ogni paese europeo. Il Governo olandese ha tenuto conto dell’esperienza disastrosa della Francia (dove si applica un prelievo sul pot) ed ha deciso di seguire l’esempio italiano (si calcolano le tasse nel cash game sul rake): gli operatori dovranno pagare il 29% sui profitti lordi.
Sistema sostenibile?
Il problema principale è che il 29% sul rake è considerato un livello quasi del tutto insostenibile nel cash game, per i giocatori di poker olandesi che si troveranno a dover combattere non solo con la varianza ma anche con un livello di rake troppo alto. Su alcuni siti internazionali i sondaggi sono stati a dir poco negativi: il mercato interno olandese è destinato ad implodere nel medio periodo.
Normativa unica sui giocatori
L’aliquota del 29% però non è casuale. Come detto, dal 2008 ad Amsterdam e dintorni esiste una normativa compiuta sulla tassazione nei riguardi dei grinder che giocano all’estero. Si tratta di un caso unico (o quasi) in tutto il Vecchio Continente. Logico comprendere che – in tale contesto – gli operatori nel nuovo mercato agiranno come sostituti d’imposta (lo stesso avviene in Italia, secondo la dottrina maggioritaria). Un fatto per certi versi positivo almeno alla prima lettura.
L’aliquota del 29% sui profitti dichiarati può sembrare non eccessivamente onerosa (in Germania si parte dal 50% per arrivare al 70% dei redditi). Ma è meglio non fidarsi delle apparenze perché la normativa olandese limita al massimo le possibilità di detrarre le perdite. Vediamo quali sono i punti da tenere in considerazione:
- Rientrano nell’imponibile le vincite conseguite da un residente olandese, maturate sui siti online internazionali (.com) e negli eventi dal vivo all’estero (ed il buy-in non è deducibile nel live).
- Le vincite maturate nei casinò olandesi nei tornei live e nel cash sono esenti da imposte. Anche gli stranieri che giocano nelle sale da gioco live olandesi non sono soggetti ad alcun obbligo dichiarativo o fiscale.
- Oggetto della tassazione è il guadagno netto mensile conseguito da un giocatore su una poker room o casinò estero.
- La perdita netta mensile conseguita su un sito o casinò estero non può essere portata in detrazione.
Dal 2008 ad oggi, molti grinder professionisti hanno però preso residenza a Malta ed in Gran Bretagna, proprio per questo sistema fiscale rigido che non permette di ammortizzare le perdite.
Per capire meglio, facciamo un esempio banale: un giocatore olandese vince nel mese di gennaio un torneo di poker online su una piattaforma estera: il suo guadagno netto è di 110.000€. Nei restanti mesi registrerà un saldo negativo mensile pari a 10.000€ (che non potrà portare in detrazione). Chiuderà l’anno in pareggio ma dovrà all’erario olandese 31.900€, pari al 29% del guadagno netto di gennaio.
Sostituti d’imposta
Con il prossimo mercato regolamentato, gli operatori agiranno come sostituti d’imposta e – di conseguenza - per i residenti che giocheranno sulle piattaforme autorizzate, i problemi saranno limitati. Dovranno più che altro guardarsi dal livello di rake (a logica sarà il più alto in Europa, dopo la Francia).
Nella prossima puntata esamineremo nel dettaglio la normativa fiscale per i giocatori residenti in Germania, Malta, Belgio, Gran Bretagna, Spagna, ed in altri paesi del Vecchio Continente, per capire quale sarà nel prossimo futuro il trend internazionale e l'evoluzione normativa in materia.
Fine prima parte - continua
Poker: come pagano le tasse i giocatori in Europa - prima parte - seconda parte - terza parte - quarta parte
Poker online e tasse: guida per i poker players italiani: prima parte - seconda parte