Ogni grinder conosce l’importanza dell' hand review per studiare i propri errori e correggerli e, cosa altrettanto indispensabile, per acquisire informazioni sugli avversari frequenti.
Sono però pochissimi, soprattutto ai micro stakes, i grinder che fanno davvero hand review regolarmente.
La maggioranza dei ragazzi che tentano di battere i micro infatti non ha voglia di fare fatica (giocare a poker sei ore la giorno non è fare fatica!). Ma di questo parleremo un'altra volta. Oggi invece ci concentriamo su un tipo particolare di hand review, che potremmo definire hand review emotiva.
Essa consiste nell’analizzare gli errori concentrandosi sullo stato emotivo nel quale ci trovavamo quando li abbiamo commessi. Facciamo un esempio: abbiamo AA e puntiamo flop e turn contro fish passivo; al river cade una carta che chiude gutshot e flush: oppo donkbetta pot. Dovrebbe essere un fold standard contro questo tipo di avversario ma non riusciamo a passare la nostra mano. Perché? Sicuramente non è una questione tecnica in quanto anche un giocatore scarso si rende conto che al river siamo quasi sempre battuti.
Quindi perche premiamo call al posto di fold? Ipotizzare che lo facciamo in preda a una follia temporanea ci è di scarso aiuto oltre a essere falso. La risposta è da ricercarsi nel percorso dei nostri stati emotivi durante la mano. Quale era il nostro stato emozionale al river quando abbiamo fatto call? Perché abbiamo provato quelle emozioni e non altre? La risposta a queste domande ci permette la comprensione profonda della nostra giocata.

Nella mano in questione, il thinking process potrebbe essere stato: "non ci credo, non può aver chiuso anche questa volta, questo qui davvero non può sempre chiudere giocando a caso, non può averlo anche questo giro... callo!"... e si mucka.
E' stato un call di frustrazione, perché abbiamo vissuto come un'ingiustizia il dover foldare ancora, il perdere anche quella mano nonostante avessimo AA contro un fish. Ci è salito il sangue alla testa, come si suol dire.
Le emozioni legate alla frustrazione e alla volontà di non perdere guidano le nostre azioni e ci spingono a prendere la decisione sbagliata. Decisione sbagliata certo, ma non una decisione senza motivi. I motivi sono sotto i nostri occhi: la rabbia, la stizza, il senso di ingiustizia, l’incapacità di tollerare la frustrazione, la difficoltà a posticipare la gratificazione.
Fare hand review emotiva significa indagare se stessi, riflettere sul proprio carattere. Richiede soprattutto curiosità, la voglia di capire le proprie debolezze, i propri limiti.
Le emozioni negative fungono da attrattori: polarizzano verso di sé il pensiero, bloccandolo, distorcendolo, assoggettandolo.
Si sente dire che il giocatore di poker perfetto deve essere come un robot, senza emozioni. Pretesa irragionevole questa, essendo il grinder anche e prima di tutto un essere umano e in quanto tale emotivo. Il grinder vincente, piuttosto, deve essere curioso verso se stesso, deve esplorare la propria soggettività cercando di capire i meccanismi che la guidano.
A cura di Garrincha (mental coach di Pokermagia)
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