Alec Torelli abbraccia PokerStars: lo statunitense sarà presente ai prossimi IPT di Nova Gorica, San Remo e Saint Vincent come "guest" dalla poker room dalla picca rossa, dove già gioca online.
Proprio la sua presenza al NL1000, dove si è presentato di tanto in tanto ultimamente dietro al nickname di "A.Torelli", aveva suscitato curiosità fra gli appassionati, abituati a saperlo a Macao coinvolto in partite di cash game dai limiti sensibilmente più alti.
La nostra redazione nei giorni scorsi ha raggiunto il diretto interessato, che ha parlato così della sua nuova avventura: "Sono stato per un mese in Sardegna, non potendo quindi accedere a siti come Full Tilt Poker - ci ha spiegato - e così mi è sembrato naturale scegliere PokerStars.it, per giocare un po' e mantenermi "in esercizio". Inoltre, mi sono reso conto che in questo modo posso sperimentare qualche linea più inusuale senza sentire particolarmente il peso del denaro, ma comunque in un contesto competitivo".
"Monotabling tournaments is so funny!", said no one ever...
Sulle poker room internazionali, racconta, di solito gioca dal $25/$50 al $100/$200, nonostante per sua stessa ammissione preferisca giocare il cash game live soprattutto a Macao, dove le partite a cui si siede variano sensibilmente, da quella che sarebbe un €25/€50 fino all' equivalente di un €1000/€2000 o addirittura €2000/€4000.
"Di solito online gioco in modo discontinuo, magari intensamente per qualche settimana dove studio anche molto - racconta, lui che del resto ama viaggiare - anche se le capacità che servono per vincere online sono necessarie pure dal vivo, in quest'ultimo contesto si hanno molte più informazioni da elaborare, quindi le scelte sono più complesse, ed a mio avviso servono più skills". Senza contare, fra l'altro, che spesso si gioca molto più deep.
Ma che impressione ha avuto dei più alti livelli di PokerStars.it? "Non ho giocato moltissimo per poter giudicare - premette - spesso ero presente su non più di tre tavoli in modo da non andare in 'autopilot', ma di certo si nota che ci sono professionisti capaci ed altri giocatori del tutto occasionali, sfavoriti nel lungo periodo. Questo online non succede quasi mai a livelli superiori, l'edge si basa spesso su sfumature, dettagli fra professionisti esperti".
A quanto pare non sente di dover dimostrare qualcosa in particolare quando è seduto al tavolo, dove più che il denaro in ballo lo pungola l'intenzione di fare del proprio meglio: "In questi ultimi giorni mi è capitato di giocare in famiglia, chi perdeva doveva lavare i piatti o cose del genere - dice ridendo - e mi ricordo di aver checkato fuori posizione una mano dove avrei dovuto valuebettare al river, mia madre ha checkato dietro e per qualche ora ero innervosito per questo. Credo sia questo genere di sensazioni che mi motivano quando gioco".
L'avventura targata PokerStars.it, cominciata per caso, lo vedrà produrre contenuti di strategia ma non solo, e in generale cercare di offrire un po' della sua esperienza al pubblico italiano, a cui fin da tempi non sospetti ha sempre mostrato un forte attaccamento per via delle sue origini: "Mi piacerebbe contribuire a cancellare i preconcetti che vogliono associato il gioco del poker ai videopoker, o cose del genere - argomenta - è un'occasione per raggiungere un pubblico vasto ed è un'idea che mi piace molto, con PokerStars c'è stato subito affiatamento".
Gli abbiamo anche chiesto di commentare alcuni recenti fatti di cronaca del nostro mondo. Ad esempio, concorda con le tesi di Faraz Jaka, nonostante sottolinei come "da qualche parte se dici che giochi a poker ti domandano se sei in grado di pagare le bollette, o ti considerano una specie di malato compulsivo, quindi altro che rockstar...".
Interessante anche la sua opinione sulla querelle fra Daniel Cates e Tom Dwan, con cui ha giocato assieme più di qualche volta: "Di sicuro entrambi sono convinti di poter prevalere sull'altro - afferma con decisione - e nel mondo del poker spesso si dà troppo risalto a risultati di breve periodo, come due milioni di dollari vinti nell'arco di diecimila mani. Dwan sono anni che è al vertice, se anche in questo momento non è al top nel cash game heads-up online se volesse credo gli basterebbe un mese di studio per tornare altamente competitivo".
Personalmente, quindi, non scommetterebbe né sull'uno né sull'altro, anche perché a certi livelli a suo avviso l'edge è qualcosa di incerto: "Tutti pensano che sia meraviglioso essere Rafael Nadal, ed è così probabilmente, ma per ogni Rafa Nadal quanti ce ne sono che nessuno conosce? Neppure io che sono appassionato di tennis so chi sia il numero 26 al mondo, perché è destinato a non vincere mai - spiega con una delle sue metafore sportive - nel poker invece i migliori al mondo si alternano tra i vincenti, e mentre magari qualcuno si concentra più su una certa 'superficie' c'è chi lo fa su un'altra, ma non per questo ha dimenticato come si gioca sulla prima".
Si tratta insomma di un ragazzo interessante oltre che di un professionista, che ama adottare un basso profilo nella vita di tutti i giorni e che dopo aver perso un bel po' di soldi al Big Game di Barcellona ha deciso di impuntarsi e di non pagare tre euro una bottiglia d'acqua durante l'EPT di Madrid: "Quando ero più giovane ho vissuto per un bel po' di tempo senza tenere i piedi per terra - ammette a neppure trent'anni - così adesso mi fa piacere saper fare distinzione tra il denaro che gioco e quello che vale nel cosiddetto mondo reale".
I giocatori italiani impareranno a conoscerlo ancora meglio nei prossimi mesi: per entrambi, probabilmente, sarà un piacere...
Per qualsiasi domanda vogliate fare ad Alec Torelli, ricordate che è possibile scrivergli sul suo Well, presente nel nostro forum.