Una storia di poker appassionante ma soprattutto una storia di vita: Giuseppe Polichetti ne ha di cose da raccontare. Sul lungomare di Sliema, a Malta, il player napoletano commenta il suo week-end perfetto o quasi, due giorni che potrebbero valere una carriera.
E pensare che la vita è proprio strana ed imprevedibile: si è trovato due anni fa di fatto rotto, finanziariamente a terra, a causa del fallimento di Full Tilt Poker. La lenta risalita in questa magnifica isola del Mediterraneo, fino al colpo nel Main Event WCOOP, con un quarto posto da 600.000$.
Nel 2011 fai una grossa vincita su Full Tilt Poker ma la festa dura poco perché il tuo bankroll rimane bloccato, con la room vicino al fallimento. Pensavi di aver perso tutto?
E’ stata la più dura esperienza pokeristica della mia vita: ero arrivato secondo all’evento 22 delle FTOPS da 109$: avevo vinto circa 130.000$. Ho continuato a grindare per un mese e sono arrivato ad avere sul conto circa 200.000$. In quel momento c’è stato il crack finanziario di FTP e i miei soldi sono rimasti bloccati per più di un anno. E’ stato un momento difficile.
Quando vai rotto il tuo mindset va a farsi benedire?
Nella mia vita sono sempre ripartito da zero parecchie volte, a causa di eventi sfortunati o per miei errori. Non demordo mai, trovo sempre le forze per rialzarmi. Non nego di avere avuto parecchie difficoltà finanziarie: avevo aperto un locale take away nel centro di Napoli proprio quando era iniziata la crisi italiana. Dopo un anno ho chiuso e la mia famiglia mi ha dovuto aiutare per rimanere a galla.
Come ti sei risollevato?
Ho iniziato a giocare ai micro limiti: anche i tornei da 1$ e 3$ possono darti soddisfazioni. Sono riuscito a ricostruirmi un roll da 30.000€ e da lì sono ripartito verso una bella scalata.
La svolta a Malta? Sei sbarcato qui per fare cash out su Full Tilt oppure con intenzioni di fermarti per lungo tempo sull’isola?
A dire il vero sono venuto per iniziare di nuovo una carriera pokeristica e grindare sulle piattaforme mondiali. Proprio in quei mesi è arrivato anche il cash out di Tilt e questo mi ha agevolato. In questi mesi mi sono tolto delle belle soddisfazioni, arrivando quarto anche ad un evento delle TCOOP nel marzo scorso.
Quanto hai vinto online nella tua carriera?
Da quando sono a Malta sui siti dot com e dot eu circa 910.000 dollari. Sulle dot it, su PokerStars e GDPoker circa 150.000 euro. Grazie a questa vincita ho un profit netto del 75%.
Il tuo segreto? Che rapporto hai con il gioco?
Non grindo 30 tavoli come fanno molti: io sono un giocatore atipico, un mix tra live e online. Per giocare in maniera perfetta preferisco gestirne al massimo tre. In queste condizioni, non nego, che riesco ad arrivare spesso deep.
Come mai questo nuovo trend?
Oramai su FullTiltPoker (e in parte su Stars) i giocatori sono tutti reg fortissimi, con livelli di pensiero importanti. La tua attenzione deve essere al massimo livello sull'action.
Sei passato dal tavolo finale del Battle of Malta al Main Event WCOOP: raccontaci il tuo week-end speciale.
Il Battle of Malta non dovevo giocarlo: la mia settimana è stata focalizzata solo sulla preparazione del Main su PokerStars. Non ho giocato, solo mare, relax e buon cibo. Poi ho deciso di sedermi al torneo ma sia nel day 1A che nel day 1B era tutto full. Mi metto in lista d’attesa ma risulto centesimo. Per miracolo mi chiamano ed inizio a giocare: addirittura arrivo short con sole 3.000 chips ma chiudo la prima giornata a 69.900. Nel day 2, quando l’average era a 200.000, io rimango con sole 20.000 fiches. Riesco a fare tre double up consecutivi, poi splitto una mano con AK. Arrivo a 400.000 e mi trovo al tavolo contro Lauri Pesonen e Ambjorn Haga, due giocatori molto skillati. Lasciamo perdere le apparenze: non sono due players aggressivi ma giocavano molto bene.
Sensazioni al tavolo?
Io mi sentivo al massimo, ero molto motivato, sapevo che potevo esprimere il mio A-game. Andavo in 3-bet molto easy, però mi rispettavano. Sono arrivato al final day, con 24 players left e devo dire che sono stato fortunato due volte, alla terza invece mi hanno scoppiato. Nella prima mi trovo QQ contro KK con Q sul flop. A due tavoli dalla fine pusho con 6-6 da short e mi chiama QQ: 6 al turn e arrivo al final table. Ritorno sulle 800.000. Al tavolo finale, faccio quattro raise consecutivi con l’aria, al quinto con AK mi 3-betta all-in Pesonen con AQ, io faccio call e un Q sul flop mi elimina dal torneo. Devo dire che sono uscito con l’amaro in bocca perché volevo vincere. Quasi mi scende una lacrima…
Pensa che grazie a quella mano "sfortunata" invece di vincere 80.000 euro, ha incassato 600.000 dollari…
Se non fossi stato eliminato, molto probabilmente non avrei giocato il Main. Torno a casa la sera e faccio il satellite, riesco a vincere il ticket, grazie anche a diverse mani fortunate. Eravamo 450 iscritti e c’erano 92 posti a disposizione.
Nel day 1 sei stato per molto tempo chipleader, poi cosa è successo?
A due mani dalla fine perdo un colpo importante ma sono orgoglioso per come ho giocato la mano: potevo compromettere il mio torneo e, scusate la presunzione, in quel caso ho giocato in maniera geniale contro un giocatore molto forte.
Racconta la mano per favore.
Lui apre, io lo 3-betto con A-A, lui fa solo call. Sul flop 2-5-6, lui check, io vado in c-bet e lui fa call. Turn: 9 check, io bet e lui mi va sopra.
Su che range lo metti?
Su una doppia coppia o draw di scala ma non gli facevo draw di colore seppur c’erano quattro carte a picche, perché la quarta era uscita al turn.
Cosa hai fatto?
Se faccio call, lui al river me ne spara minimo 100.000 e io rischio di perderne 200.000 in un piatto, compromettendo il mio torneo. Per questo motivo ho preferito fare un mini raise per fargli capire che probabilmente ho un flush draw. Oppo fa call e al river si chiude un progetto di scala ma anche colore. Lui fa check.
Cosa rappresentava con quel check?
Ci potevano essere due motivi: lo faceva per indurmi al bluff oppure perché pensava che avessi chiuso colore. Alla fine decido di fare check anche io: mostra 6-7, scala. In conclusione gestendo la mano in questo modo ho perso circa 85.000 invece di oltre 200.000: il mio torneo sarebbe finito lì di fatto. Invece chiudo il day 1 al 40esimo posto.
Fine prima parte – continua
Giuseppe Polichetti: la seconda parte dell'intervista