Era il 1998, e Daniel Negreanu aveva soltanto 23 anni: nessuno lo sapeva, ma quel 29 aprile battendo Dominic Bourke, "KidPoker" aveva gettato il seme per quella che si rivelerà una eccezionale carriera.
"All'epoca giocavo piccoli tornei dal vivo, il mio bankroll era sempre risicato mentre cercavo di muovere i primi passi per diventare un professionista - racconta oggi a PokerStars - ricordo di aver visto Phil Hellmuth vincere a 24 anni in televisione, e di aver desiderato lo stesso".
Quel giorno al via, c'erano 229 giocatori iscritti al torneo di Pot Limit Hold'em da 2.000 $ di buy-in. In quella variante, Daniel non ha difficoltà ad ammettere che fosse tutt'altro che uno specialista: "Giocavo sia Limit che No Limit, ma non Pot Limit Hold'em. Al mio primo tavolo avevo Erik Seidel, Men Nguyen e Johnny Chan, ma dopo un paio d'ore mi resi conto di potercela fare".
L'ultimo successo di Negreanu targato WSOP: dal 1998 al 2013, cinque braccialetti per lui
Ed infatti ce la fece, lasciandosi alle spalle un avversario dopo l'altro, proteggendo quel sogno che stava cullando showdown dopo showdown, assistito da una sorte che per certi - come lui - assomiglia quasi al destino che si compie.
Raggiunto l'heads-up contro Bourke - un giocatore inglese che quel giorno toccherà l'apice della propria, sconosciuta carriera - Negreanu pensava di essere sfavorito, e così la sua strategia fu di correre un rischio calcolato, che infine lo premiò: "Ricordo che le carte cadevano senza riuscire a vederle, le persone attorno a me facevano il tifo e quando le vidi con le braccia alzate capii di aver vinto".
All'epoca, fu il più giovane giocatore di sempre a vincere un braccialetto WSOP, assieme a quasi 170.000 dollari: "Fu una di quelle sensazioni in cui ti senti cadere sulle ginocchia senza poterci credere - ricorda - l'ultima carta a cadere fu un sei di picche, un momento davvero pazzesco". Che ancora oggi, non a caso, non ha dimenticato.