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AssoPoker intervista Mike "timex" McDonald!

Nel mondo del poker dal 2008 ad oggi sono cambiate molte cose, ma Mike McDonald è sempre al vertice: "timex" non è più il 18enne che conquistava l'EPT di Dortmund, ma un professionista esperto che per poco non ha messo le mani sulla PCA.

Qualcuno potrebbe pensare che essere andato così vicino al doppio successo EPT, risultato che ancora nessuno può vantare, lo abbia amareggiato. La verità è ben diversa: "E' il secondo risultato più importante della mia carriera ed un modo fantastico di cominciare il 2014 - racconta - vincere tornei è sempre molto piacevole, ma in buona misura sono traguardi al di fuori del proprio controllo. Potrebbero passare dieci anni senza che riesca nuovamente a raggiungere il tavolo finale di un EPT, così come potrei vincere il prossimo che giocherò. In fondo, sarebbe come porsi l'obiettivo di vincere alla lotteria".


Mike McDonald visto con gli occhi di Lorenzo "Palo" Pasqua

Un tavolo finale estenuante, che lo ha messo duramente alla prova: "Ero davvero esausto, e per l'intera settimana non avevo dormito bene, quindi sicuramente non ero nelle condizioni ideali per giocare al meglio. Ho comunque cercato di rimanere concentrato mangiando bene e facendo degli esercizi, ma è stata la sessione dal vivo più lunga che abbia mai giocato, e sul finale quando siamo rimasti in tre la fatica si stava facendo sentire per tutti".

Una delle mani chiave del torneo l'ha vinta uncontested contro Madis Muur, analizzando a posteriori la sua giocata. Ripensandoci oggi ricorda: "Dopo che non ha foldato immediatamente ho pensato potesse avere una coppia di re, ma passati i primi 30 secondi l'ho esclusa. Onestamente credevo potesse avere una mano come AQ/AJ o magari JJ, non credevo insomma che QQ fosse tra le mani più probabili. 
In quella situazione posso avere soltanto AA, KK o AK, gli assi sono forse la mano meno probabile ma insomma, in uno spot del genere di certo vado all-in con un range piuttosto chiuso".

Questa non è stata la sola mano giocata dal canadese che ha fatto discutere. Anche nel Super High Roller, in zona bolla, si era infatti trovato coinvolto in uno spot singolare"Non sono ancora completamente certo che in quella situazione la scelta migliore sia chiamare, è difficile fare ipotesi davvero accurate su cosa faranno i giocatori che devono parlare dopo di te, stimarne i range e via dicendo. Credo che il mio call fosse giusto, ma al riguardo ho ricevuto le opinioni più disparate, fra chi mi diceva che devo chiamare ATC e chi invece sosteneva che dovrei andare all-in solo con KK+".   

"Nessuno è neppure vicino a giocare un poker ottimale, quindi bisogna sempre essere aperti a nuove idee"

Anche in questo torneo tutti hanno potuto osservare come Mike, nei tornei dal vivo, fissi i propri avversari in maniera insistente. Un aspetto, quest'ultimo, non certp fatto per caso: "Continuare a guardarli mi aiuta a rimanere più concentrato, e mi consente anche di raccogliere delle informazioni. Nel poker live possono essercene molte da carpire, e perfino in un torneo Super High Roller dove i giocatori sono molto attenti a non lasciare trapelare nulla ci sono piccoli pezzetti di informazioni da mettere assieme, come il timing delle loro azioni, se si muovono, se appaiono a loro agio oppure no".

Ma come mai questo genere di eventi sono diventati così popolari? Per McDonald la risposta è duplice: "Da un lato l'ego dei giocatori più forti, che li spinge a darsi battaglia a vicenda, e dall'altro gli amatoriali benestanti, che vogliono avere l'opportunità di battere i migliori professionisti ma non hanno il tempo per giocare un'intera settimana, come invece accade nei Main Event".

Ed a proposito di tornei High Roller e dei loro protagonisti, ecco cosa pensa "timex" dei giocatori tedeschi, che li hanno dominati nel 2013: "Sinceramente credo che la ragione principale sia semplicemente varianza, per quanto possa suonare cinico. Sarei pronto a scommettere che i loro risultati in futuro non potranno essere così buoni come quelli ottenuti ultimamente. Detto questo, credo che giocando i tornei High Roller spesso si sentano a loro agio, mentre altri bravi professionisti possono sentire il peso del buy-in e non piazzare il bluff al momento giusto. Inoltre lavorano duramente, hanno la possibilità di giocare online al contrario di molti statunitensi che finiscono con l'essere più arrugginiti. Infine molti di loro hanno esperienza come giocatori di cash game, e questo è sempre un aspetto che ti rende un professionista migliore a tutto tondo".


Il secondo posto alla PCA, nonostante sia eccezionale, non stravolgerà comunque i suoi piani: "C'è chi mi ha chiesto se a causa di questo risultato cercherò di concorrere per il titolo di giocatore dell'anno, presentandomi spesso ai tornei live, ma onestamente la mia mentalità come giocatore è piuttosto diversa da quella di molti altri. Per me il poker è un'opportunità per avere la libertà di fare quello che voglio quando voglio, quindi mi piace frequentare solo i tornei più importanti. Altri player amano vincere trofei più di quanto non interessi a me, ed al mio posto giocherebbero tutti i prossimi tornei più importanti, ma nella mia agenda per i prossimi due mesi non ci sono molti impegni".

Un tempo non era così, e fu proprio per questo motivo che nel 2010 per un certo periodo Mike si allontanò dal poker: "Quando ho cominciato, sentivo sempre il bisogno di grindare ed i risultati tendevano ad influire maggiormente sul mio umore. Ora un risultato come il secondo posto alla PCA non influenza le mie decisioni, ma in passato lo avrebbe fatto. Dopo un grosso risultato avrei voluto giocare di nuovo, lasciare un solco in questo mondo. Ora mi sento soddisfatto di quanto ottenuto, ho una vita più bilanciata con meno enfasi su questi aspetti. 

Per questo sentii il bisogno di tornarmene per un po' nella vita reale, ho studiato e mi sono divertito ma soprattutto ho ripreso ad apprezzare maggiormente alcuni aspetti che col tempo si rischiano di dare per scontati, come avere l'opportunità di viaggiare, essere il capo di te stesso, poter organizzarti la giornata come preferisci ogni volta e così via. Adesso mi sento più consapevole di come debba consentire al poker di darmi la vita che voglio, e non di controllarla, come mi era accaduto negli ultimi anni".

"E' importante dare il giusto peso alle cose, non lasciare che il poker metta tutto il resto in un angolo".

Nonostante sia uno dei nomi più "pesanti" del circuito live, Mike la domenica pomeriggio è sempre davanti al computer: "Adoro giocare online. Domenica mattina stavo facendo colazione con la mia ragazza e mi chiedeva se sarei stato abbastanza motivato dopo la PCA, ma mi sentivo più eccitato che mai perché non saltavo due domeniche consecutive da forse un anno. Mi ha detto qualcosa come 'Buona fortuna, ti auguro di vincere un altro milione di dollari', ho dovuto spiegarle che nella maggior parte di quei tornei si vince molto meno. 

Per come la vedo io, la mia EV in una domenica media si aggira attorno ai 2.500 dollari, e credo sia la stessa che possa avere in una giornata alla PCA, e così anche se quando gioco online non vincerò mai certe cifre posso farlo comodamente da casa e con molta meno varianza".

McDonald dice la sua anche sui forum di poker, lui che è un utente storico di TwoPlusTwo: "Ormai non scrivo più molto nei forum perché le discussioni non sono quasi mai interessanti, se tutti i giocatori migliori lo facessero credo che parteciperei anch'io. Allo stato attuale penso di poter imparare di più discutendo di strategia con alcuni dei miei migliori amici, professionisti come Dan Smith, Mike Watson, Mickey Petersen e diversi altri. Inoltre, una volta che i tornei Super High Roller sono diventati sempre più comuni e frequentati dagli stessi giocatori, anch'io ho cercato di non rendere facilmente accessibili una serie di informazioni".

Un professionista come lui sembrerebbe perfetto per veder affiancato il suo nome a quello di uno sponsor, ma Mike non sembra farci troppo affidamento: "Essendo un canadese, il mercato del poker è piuttosto saturo. PokerStars ha già Daniel Negreanu e Jonathan Duhamel, non credo che sarebbero molti i player che giocherebbero su una poker room perché ci sono io come sponsorizzato, quando c'è già Negreanu. Sicuramente se mi venisse offerta una buona sponsorizzazione ci rifletterei, fino ad oggi ne ho sempre ricevute di minori, e considerando i piccoli benefici economici non credo che la mia qualità della vita ne uscirebbe migliorata, considerando le responsabilità che comportano".

Vedremo quindi se in futuro Mike continuerà ad essere un "free agent" o meno: se anche fosse, c'è da scommettere che non sarà certo questo a fargli perdere il sonno.

(photos courtesy of Neil Stoddart)

Ascolta la nostra intervista, esclusiva e in versione integrale, a Mike "timex" McDonald!