Gennaio è stato un mese molto caldo per il poker italiano e il mercato delle sponsorizzazioni. Si discute ancora nella community sui nuovi trend ed investimenti. E all’estero cosa succede? Solo guardando oltre confine, possiamo capire alcune dinamiche.
Il mondo del poker è di fronte ad un bivio: crescere a livello di immagine o rimanere per sempre nel limbo. E’ motivo di riflessione, il recente intervento di Lee Jones, manager di PokerStars. Apriamo una parentesi: Lee Jones è entrato nell’azienda della famiglia Scheinberg nel 2003 ed è uno dei dipendenti azionisti più in vista (dispone di circa dell'8% delle quote del gruppo). Lavora nel mondo del poker dal lontano 1980.
Nel 2013 guida e coordina la comunicazione di PokerStars e sull’Isola di Man non fanno mai le cose a caso. Proprio per questo motivo, le dichiarazioni di Lee Jones hanno un peso maggiore in merito alle politiche future.
Il manager ha lanciato un messaggio ai players: “Pensate in grande!”. Obiettivo? Conquistare l'attenzione dei più famosi brand pubblicitari che già investono in modo massiccio nello sport (eventi e campioni).
Un target che, ad oggi, pare irrealizzabile, ma ricordiamoci le sue parole: “Pensate in grande!”. Basta fermarsi e riflettere sulle potenzialità del poker come spettacolo e intrattenimento. Le World Series of Poker sono state affiancate da Red Bull e Jack Link’s in questi anni, oltre ad altre aziende. Accordi di primo livello grazie anche alla partnership forte e storica con ESPN. Se un network televisivo così sensibile agli eventi sportivi, da anni segue ed investe nei campionati del mondo di poker, un motivo ci sarà… Forse Jones non è poi così fuori strada?
Le WSOP sono riuscite a stringere accordi con sponsor prestigiosi, senza però un disegno globale pianificato. Jones sembra voler andare oltre, per questo motivo le potenzialità ci sono tutte. Per arrivarci – con ogni probabilità – però la room della picca rossa investirà solo su un target di giocatori che seguirà condotte e criteri ben delineati.
E’ questa la sensazione forte maturata, a seguito della conferenza tenutasi al PCA pochi giorni fa, quando Daniel Negreanu e Andre Akkari hanno parlato di business nel poker.
Per Jones il punto cruciale della conferenza è stato quando Kid Poker ha denunciato che “i giocatori professionisti di poker non vogliono seguire le regole che seguono tutte le persone normali che hanno posti di lavoro "normali". Secondo Negreanu non agire come una squadra, “nuoce alla comunità pokeristica e all'industria del settore”.
Jones prende spunto dalle parole di Daniel: "Facciamo un esempio semplice: l'abbigliamento. Quando il team di scenografi di James Bond ha voluto riprodurre davanti alle telecamere una partita high stakes, le persone come apparivano? Eleganti, in smoking e con raffinati abiti da sera".
L'abito non fa il monaco ma Jones prende spunto da questo particolare perché vuole lanciare un messaggio forte: "PokerStars TV investe molti soldi nell’allestire i tavoli televisivi per riprodurre un ambiente elegante e coinvolgente, però molte persone sedute in quel set sembrano che non possano permettersi un paio di jeans, figuriamoci di pagare un buy-in da 10.000 dollari".
"Immagino - afferma - già le obiezioni ed i tweet critici: 'è il nostro denaro quello che investiamo nel torneo: ci vestiamo come vogliamo!". Andre Akkari però arriva al nocciolo della questione: "i giocatori pensano ai 10.000$ o 100.000$ che possono vincere. Questi sono molti soldi ma dobbiamo pensare al denaro che c'è fuori dal mondo del poker... ce n'è molto di più e dovremmo pensare ai quei soldi...".
Jones commenta le parole del pro brasiliano e usa toni durissimi ma che rendono bene l'idea: "Pensate che Lexus voglia sponsorizzare un torneo di poker, quando i partecipanti (perdonatemi) sembrano vestiti come zoticoni? Vi do un suggerimento: ne dubito. Eppure non è impensabile che un brand del genere un giorno possa arricchire i montepremi di tornei come PCA".
Questione di credibilità. Non è un caso che la stessa Stars ha comunicato in queste ore che impedirà la partecipazione al circuito dell’European Poker Tour ai players già bannati dalle rooms online per comportamenti etici deprecabili. I particolari verranno rivelati nelle prossime settimane, ma sembra che Rational Group stia preparando una vera e propria black list per tutti gli eventi live.
"E cosa succede se Lexus, Rolex, Versace, Johnny Walter, Nike iniziano a sponsorizzare i singoli giocatori? I loro budget pubblicitari e marketing sono più grandi dei vostri sogni più selvaggi. Immaginate di avere tutte le spese coperte (dai buy-in ai costi per il viaggio) da aziende che vogliono solo che i loro abiti siano indossati da voi”.
Jones rivela di aver consultato diversi giocatori (compreso David Williams) per valutare l’inserimento di nuove clausole da inserire nei tornei che – di fatto - obbligano i giocatori, a rispettare un determinato codice, per quanto concerne l'abbigliamento al tavolo finale.
"Questo è solo un aspetto di un disegno più grande. Si, il poker è un gioco individuale ma come Negreanu e Akkari sottolineao, i target nei prossimi anni devono essere ambiziosi. Bisogna essere in grado di saper attirare investimenti extra settore come fanno circuiti come PGA, NASCAR ed APT. Gente, pensate in grande!".
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