Forse in pochi ricorderanno il suo nome, magari qualcuno in più il nickname. Stephen Reynolds, meglio noto online come 'sizzlinbetta' era considerato uno dei migliori giocatori di sit and go online, prima che il Black Friday mettesse fine all'era del poker online negli Stati Uniti d'America. O forse no…
Reynolds è stato intervistato recentemente da Steve Ruddock di NJ.com, e ha parlato di come, dal 2010 in avanti, si è servito semplicemente di un VPN (Virtual Private Network) - un sistema che fa passare la connessione Internet attraverso un altro server, mascherando la propria posizione geografica - per poter continuare a giocare sulle sale dot com in Europa, PokerStars.com inclusa.
"All'inizio del 2012 - ha rivelato Reynolds - ho cominciato a giocare principalmente sui siti europei tramite VPN: semplicemente aprivo un account facendo in modo che il mio indirizzo IP mi posizionasse altrove". Tutto così facile? Non sempre.
Le scorciatoie in questo mondo spesso non portano a nulla di buono: 'sizzlinbetta' ha affermato di aver tentato la stessa cosa anche su PokerStars, ma di essere stato bannato dalla room tre giorni dopo, a testimonianza dei sistemi di sicurezza elevati da parte della casa da gioco dell’Isola di Man.
La sala da poker numero uno al mondo ha intrapreso una linea durissima contro quei giocatori che tentano di aggirare il blocco geografico, sin da quando ha stretto un accordo con il Dipartimento di Giustizia. I depositi negli account bannati, vengono sempre restituiti, ma i profitti confiscati.
La cosa però non ha bloccato Reynolds. Il professional poker player avrebbe pagato due individui (non meglio specificati) che gli avrebbero fornito un servizio speciale per poter continuare a giocare su PokerStars.com: un account registrato a nome di qualcun altro, residente in un paese servito dalla room, ovviamente con la possibilità di prelevare denaro.
"Ci sono un paio di persone che attualmente ti fanno pagare circa 12.000 dollari l'anno, più una percentuale per ogni volta che vuoi prelevare", ha svelato l'americano. "Per farla breve, ho giocato con il nickname 'Celtik112' per un periodo, l'anno scorso, e su un altro account di PokerStars di cui non posso fare il nome, perché per quanto ne so è ancora attivo e lo sta usando qualcun altro".
Ma c’è da fidarsi al 100%? Magari a ‘Celitik112’ è andata bene, ma nella maggior parte dei casi si prospetta una mega truffa dietro l’angolo e sovente i soldi dall’account spariscono nel nulla.
Secondo Sharkscope, il nickname 'Celtik112' è attivo su PokerStars sin dal 2008. Gli ultimi movimenti risalgono a maggio 2013: negli ultimi dieci giorni prima che l'account venisse mollato - o chiuso da PokerStars.com, per quanto ne possiamo sapere - il suo possessore aveva vinto circa 20.000 dollari. Vale realmente la pena mettere a rischio il proprio denaro, quando esistono rooms legali in Nevada e New Jersey? Il riconoscimento del poker online negli USA è necessario proprio per tutelare migliaia di grinder che continuano a giocare e che si affidano a organizzazioni borderline come è successo a sizzinbetta.