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WSOP Main Event: l’ombra di un deal da 10 milioni

Una delle notizie più importanti emerse dal calendario delle WSOP 2014 è senza dubbio la presenza, per la prima volta, di un primo premio garantito per il vincitore del Main Event: 10 milioni di dollari. Male che vada, si tratterà del secondo premio più alto mai attribuito al campione del mondo di poker, dopo i 12 milioni incassati da Jamie Gold nel 2006.

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Il motivo di questa scelta, da parte del management delle World Series of Poker, sembra piuttosto intuibile: lanciare al meglio la piattaforma WSOP.com nei mercati del Nevada e del New Jersey. Una strategia di marketing che prevede un numero esorbitante di tornei satellite e che, diciamocelo, ci sta tutta: d'altra parte dopo il Black Friday negli USA c'è tanta voglia di poker online.

Tuttavia qualcuno si è spinto più a fondo, riflettendo sulla reale convenienza di organizzare un Main Event WSOP che abbia un primo premio garantito di questa entità. L'intervento più interessante in merito è senza dubbio quello di Steve Ruddock, vero e proprio guru del poker, uno di quelli che conoscono il business come le loro tasche.

Ruddock ricorda come fino a qualche anno fa non occorresse mettere in palio 10 milioni di dollari, per attirare i giocatori, pur ammettendo che premi da 2-3 milioni di dollari, un tempo eccezionali, oggi sono quasi all'ordine del giorno. Il punto è, per Ruddock, che "per la gente normale, come me, non c'è tanta differenza tra vincere 5 o 10 milioni di dollari: in entrambi i casi sono cifre che ti cambiano la vita".

Ma non è tutto. L'autore sottolinea un altro potenziale problema: se la differenza tra primo e secondo posto sarà di 5 milioni di dollari, e se il nono classificato dovesse guadagnare meno di un milione, è facile che i November Niner si accordino per un deal. Questo, ritiene Ruddock, "potrebbe influenzare negativamente la qualità del gioco e/o causare delle reazioni disinteressate. E dato che il Main Event WSOP è l'unico torneo che molte persone seguono in tv, sarebbe terribile per il movimento del poker se si trasformasse il tavolo finale in una serie di all-in, solo perché il montepremi è già stato spartito prima ancora dell'inizio".

Il buon Steve offre un altro spunto di riflessione: se il vincitore di un torneo si aggiudica 10 milioni di dollari e il runner-up 'solo' 5, vuol dire che è stato due volte più bravo di lui? E vuol dire che entrambi sono stati dieci volte più bravi del nono classificato? "La verità è che la differenza tra il vincitore e il nono classificato a volte la fa un coin-flip, o magari uno scoppio al river. Questi payout così verticali favoriscono la varianza".

E ancora: "Questi due eventi, quella carta fortunata o sfortunata, spesso è la differenza tra contratti di sponsorizzazione e non dover mai più sgobbare nella vita, e l'essere semplicemente uno dei tanti giocatori di poker che grindano i tornei alla ricerca di uno sponsor".

Ruddock va oltre e propone un suo sistema di payout per il Main Event delle WSOP: 5 milioni di dollari al vincitore, poi a scalare mezzo milione in meno per ciascuna posizione, fino al milione tondo tondo del nono classificato.

"Così facendo - scrive Ruddock - non cambia il montepremi totale del final table. L'anno scorso c'erano in palio 26,6 milioni di dollari, con la mia struttura sarebbero 27. In secondo luogo si riduce la varianza e si ricompensa chi è arrivato al tavolo finale. L'anno scorso i premi andavano da 733.000 dollari a 8,3 milioni; con la mia struttura sarebbero andati da 1 milione a 5 milioni. Pensatela in questo modo: nel 2013 avreste avuto 5 possibilità di vincere almeno 2 milioni di dollari; con la mia struttura ne avreste sette".