Da quel che si legge qua e là sulla rete, sembrerebbe proprio che i programmatori di computer stiano facendo passi da gigante nel creare software “intelligenti” capaci di giocare a poker on-line in maniera sempre più efficace. Non è certo un segreto che praticamente tutti i giorni le poker room scoprono la presenza di questi bot ai tavoli da gioco e devono quindi procedere a bloccarne i conti.
In tutti i modi e per quanto risulta finora, questi software sarebbero sì in grado di gestire ogni singolo aspetto del gioco, potendo arrivare in talune occasioni a giocare anche un poker perfetto, ma il loro vero problema sembrerebbe quello che, avendo pattern identificabili, siano anche capaci di giocate degne del miglior “fish”, rimettendo spesso in discussione quasi tutto il profitto generato in precedenza.
Ciò vale ovviamente per giochi come l’Hold’em fixed limit, dove l’approccio è principalmente matematico e dove quindi le loro prestazioni risulterebbero soddisfacenti, soprattutto se impiegati a stakes bassi dove gli errori degli avversari sono così macroscopici da poter ottenere un profitto anche semplicemente “giocando alla regola”. Tutt’altra cosa invece quando si passa al no-limit, dove le dinamiche di gioco sono così diverse e numericamente più ampie da far sembrare, almeno al momento, utopica la possibilità di creare un bot capace di giocare e vincere consistentemente in questa specialità.
Per stessa ammissione di Rob Turner, progettista e creatore di poker-bot, potrebbero volerci ancora molti anni di studio e di ricerca prima che si possa creare un bot capace di agire in maniera tale da risultare imbattibili su qualsiasi tavolo di gioco. Ma il dubbio in lui resta: “Potremmo anche non riuscirci mai” si è sbilanciato.
Rob Turner non è soltanto un programmatore ma anche un attivista per il diritto ad utilizzare tali software per giocare sulle poker room online. Al momento, infatti, nessuna di questa prevede la possibilità di utilizzare programmi che sostituiscano ai tavoli un giocatore in carne ed ossa, e infatti Turner ha anche messo in palio 10.000 dollari per la prima poker room che permetterà ufficialmente di utilizzare tale tecnologia.
Nel frattempo pare che Rob abbia comunque fatto un passo avanti nella sua “missione”, ricevendo sostegno nientemeno che dal membro del Team Pro di PokerStars Barry Greenstein il quale, intervistato a proposito, ha dichiarato: “Credo che le room on-line debbano permettere ai bot di giocare, ma soltanto in alcuni tavoli dove è chiaramente specificato che gli avversari potrebbero essere dei programmi per computer. I giocatori normali avrebbero quindi piena libertà di sedersi o meno a tali tavoli.”