Il movimento del poker sportivo live romano non ci sta all'ennesimo provvedimento contro i circoli e si preannuncia nelle prossime settimane una durissima battaglia legale. I vertici del Cotton Club, dopo la chiusura (smentendo problemi di natura amministrativa riguardo il locale) hanno preannunciato un immediato ricorso.
Prima di ricostruire il quadro legale preciso, leggiamo con attenzione le dichiarazioni ufficiali che il circolo romano ci ha inviato:
“Ieri 10 Luglio la Questura di Roma in maniera formale ha chiesto alla Presidenza del Cotton Club di fermarsi nell’organizzare tornei di Poker sportivo, il tutto è avvenuto nella massima tranquillità, non era in corso nessun evento, era in programma il torneo giornaliero da 30€.
I motivi della richiesta sono i soliti, si cita ancora l’art. 24 co. 28 della legge n.88 del 07/07/2009 il quale stabilisce che “l’esercizio e la raccolta dei tornei di poker sportivo non a distanza sono consentiti ai soggetti titolari di concessione per l’esercizio e la raccolta di uno o più dei giochi di cui al comma 11 attraverso rete fisica nonché ai soggetti che rispettino i requisiti e le condizioni di cui al comma 15 previa autorizzazione dell’amministrazione autonoma dei monopoli di stato”
Amos Angelini, Presidente Cotton Club dichiara: “Sono solo queste le motivazioni della chiusura, non sono stati rilevati altri problemi all’interno del nostro locale. La norma che avremmo infranto ad oggi non ha nessun requisito per la sua applicazione, non essendo mai stato fatto decreto attuativo, né bando per l’assegnazione di queste licenze. Purtroppo però basta questo articolo di legge per legittimare l’intervento dell’autorità competente e interrompere qualunque torneo si sta organizzando. Noi come Cotton Club faremo tutti i ricorsi necessari nelle sedi opportune cercando al più presto di tornare a svolgere i nostri Tornei.”
La contestazione mossa dalla Questura di Roma, che si basa sull'articolo 24 della "Comunitaria", può lasciare spazio ad ampi margini di manovra per i legali difensori del circolo.
Vi sono precedenti specifici (proprio nel solco della giurisprudenza amministrativa) che vanno nella direzione favorevole al Cotton. Alcuni Tribunali Amministrativi Regionali considerano oramai tale legge inefficace, per un semplice motivo: non vi è mai stata data attuazione e il bando di gara (previsto dalla legge del 2011) non ha visto la luce, dopo quasi 4 anni di attesa. Pertanto, i circoli, i concessionari e i soggetti potenzialmente interessati non sono stati messi nelle condizioni, da parte della Pubblica Amministrazione, di poter ottenere l'autorizzazione prevista dal comma 28 del testo di legge in esame.
Sarebbe semmai opportuna una nuova circolare del Ministero degli Interni che accolga le chiare indicazioni della Corte di Cassazione, in merito all’organizzazione dei tornei di poker sportivo. In modo tale da garantire un'uniformità su tutta la Penisola.