[imagebanner gruppo=gazzabet] Il Cirque du Soleil, la macchina perfetta che ha consentito negli anni a Guy Laliberté di accumulare una fortuna miliardaria, scricchiola pesantemente: ecco che allora in Canada si punta a vendere, per rilanciare la compagnia soprattutto in Asia.
Secondo quanto scritto dal Wall Street Journal, infatti, il modello imprenditoriale che c'è alle spalle sta mostrando già da qualche anno chiari segnali di debolezza, tanto che nel 2012 per la prima volta da anni non ha fatto registrare profitti, per più ragioni.
La prima, è che negli anni il Cirque du Soleil ha proposto un numero crescente di spettacoli - arrivando a produrne oltre una trentina negli Stati Uniti e nel mondo - che non sempre hanno raccolto quanto sperato, in parte a causa di costi di produzione elevati che non sono stati ripagati ed in parte da un gusto che (specie in Oriente) non sempre riesce ad essere soddisfatto.
Così da un paio d'anni è stata fatta una profonda revisione dei costi, col valore della compagnia che dal 2008 ad oggi sarebbe sceso secondo le stime di circa il 20%, passando dai 2,7 miliardi di dollari del 2008 ai circa 2,2 miliardi attuali. I risultati non si sono fatti attendere, visto che nel 2013 l'azienda è tornata a produrre gli utili, ma i ricavi sono comunque scivolati da un miliardo di dollari ad 850 milioni.
Acrobati e clown, per quanto spettacolari, sembrano non funzionare più come un tempo, e così Guy Laliberté ha pensato ad una duplice strategia. Da un lato, l'intenzione di diversificare le proprie fonti di profitto, ad oggi dipendenti per circa l'85% proprio da quelli spettacoli: l'intenzione è di arrivare nel giro dei prossimi anni al circa il 60%, puntando su televisione e parchi tematici senza tuttavia rinunciare alla propria identità.
La seconda, come detto, è quella di trovare nuovi investitori che consentano di scardinare il complesso mercato orientale, cedendo dal 20 al 30% delle quote. Al momento infatti il Cirque du Soleil è ancora saldamente nelle mani di Guy Laliberté, che ne detiene il 90%: troppo, deve aver pensato, per poter vincere le sfide che lo attendono.
A quanto pare le prime offerte sono già arrivate sulla scrivania del canadese, che prossimamente dovrà quindi scegliere a che tavolo sedersi per continuare a giocare la propria partita, ed è chiaro che in questo caso un errore di valutazione rischierebbe di costargli molto di più di qualche "misero" milione...