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Henry Orenstein, l'uomo che bluffò coi nazisti e che ha inventato il poker moderno

Ci sono persone che non avete mai visto e che probabilmente non conoscerete mai in vita vostra, persone di cui magari ignorate persino l'esistenza, ma che in qualche modo vi sono stati utili: un'invenzione, un brevetto o una semplice intuizione che si sono tramutate in comodità, rendendovi la vita più semplice o più gradevole. Per questo, se solo lo sapeste li ringraziereste di cuore, per la loro utile e discreta partecipazione alla vostra quotidianità. Henry Orenstein è tra queste persone.

Henry Orenstein, qui alle WSOP 2014
Henry Orenstein, qui alle WSOP 2014

LA PRIGIONIA, "KOMMANDO" E GLI IMBUCATI TEDESCHI

Nato nel 1925 a Hrubieszów, in Polonia, Henryk era il secondogenito di una famiglia di ebrei polacchi. Deportato, il giovane passò gran parte della Seconda Guerra Mondiale nei campi di concentramento. Ne cambiò ben cinque, riuscendo a salvarsi grazie a quello che si sarebbe rivelato un epico "bluff": insieme ai tre fratelli venne infatti incluso in un gruppo di scienziati e matematici ebrei messo insieme dai tedeschi, per lavorare a un progetto chiamato "Kommando": l'intento era quello di mettere a punto un gas speciale che doveva servire a paralizzare i carri armati nemici.

La copertina della prima biografia di Henry Orenstein
La copertina della prima biografia di Henry Orenstein

A dire il vero Orenstein non era proprio un genio in matematica, ma neanche quel progetto aveva le credenziali che il nome altisonante poteva far supporre. "Ci richiedevano dei calcoli che anche un bambino di 8-9 anni sarebbe stato in grado di fare", ricorda lo stesso Henry nella prima delle sue biografie ("I shall live: surviving against all odds 1939-1945"). Infatti, alla fine "Kommando" era un fake, un progetto farlocco, ideato da alcuni scienziati tedeschi che volevano così evitare l'arruolamento. Quello che Orenstein e i suoi tre fratelli evitarono, invece, fu una morte certa: "Una volta calcolai la mia probabilità di sopravvivenza, considerando tutta la gente che era nei campi: era di circa 14.000 contro 1".

TRANSFORMISTA

Liberato dalle truppe sovietiche, Orenstein emigra negli Stati Uniti, dove cambia il nome proprio nel più anglofono "Henry" e apre un negozio di alimentari. Quindi vende l'attività e diventa presidente di una società produttrice di giocattoli, la Topper Toys. Dopo anni con oltre 100 brevetti e buoni successi commerciali, negli anni '70 la società dichiara bancarotta e Orenstein viene condannato per frode.

Dopo qualche anno torna a lavorare nell'industria dei giocattoli, ingaggiato da un colosso del settore come la Hasbro. E proprio lui convince l'allora presidente dell'azienda ad acquistare i diritti di "Diaclone" e "Micro Change", due prodotti della giapponese Takara. Nella mente di Orenstein c'erano quelli che avrebbero poi invaso il mercato americano - e in seguito anche europeo - con il nome di "Transformers".

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I Transformers sono poi diventati la serie di giocattoli più venduta al mondo ma, esaurita la moda, Michael Bay ne ha anche fatto derivare una saga cinematografica, una serie di blockbuster che ha riscosso un... certo successo: tre dei 4 episodi sono tuttora fra i primi 50 incassi nella storia del cinema. "Quei piccoli bastardi ci hanno fatto un sacco di soldi", ride Orenstein ripensandoci.

"SCOPRITORE" DEL POKER

Ma se oggi stiamo parlando di questo eclettico ebreo polacco è per un'altra invenzione, un'intuizione destinata a cambiare per sempre il poker e la sua potenzialità come spettacolo: la Hole Cards Camera.

Orenstein è sempre stato appassionato e giocatore di poker: è arrivato anche a un braccialetto WSOP, vinto nel 1996 nel Seven Card Stud ed è stato capace di centrare un tavolo finale - sempre in 7-card Stud - nel 2014, a 89 anni.

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Come raccontavamo già qui, nel 1983 Henry stava guardando un torneo di poker su ESPN Sport, ma non ne rimase estasiato: "Era davvero tremendamente noioso da guardare, infatti controllai gli ascolti ed erano molto bassi. La ragione mi era chiarissima: se non puoi vedere cosa hanno i giocatori in mano, come puoi sentirti coinvolto?", dirà qualche anno dopo.

Hole-cam

Da qui l'intuizione: chiese aiuto ai suoi ingegneri per mettere a punto un sistema di minitelecamere adatte all'uso, ma iniziamente non se ne fece nulla. Solo nel 1997 la cosa iniziò a suscitare interesse e venne brevettata.

19 anni dopo, non potremmo immaginare un poker senza questa invenzione. Che sia il tavolo finale del Main WSOP o una qualche puntata High Stakes Poker, uno streaming EPT Live o una diretta IPO e persino ieri sera al Big Game da Saint Vincent, ciascuno di noi ha guardato un numero indefinito di ore di poker in tv o al computer, e tutto grazie a questo geniale polacco, scampato alla morte in maniera romanzesca e protagonista di una vita da creativo e visionario, dotato di quel talento rarissimo di vedere le cose lustri prima di tutti noi comuni mortali.

E se state pensando che sia un caso avere raccontato la storia di Henry Orenstein proprio oggi, vi sbagliate. La Giornata della Memoria è in fondo anche questo: ricordare l'orrore, anche tramite un giocattolo con cui ci siamo divertiti da piccoli e uno spettacolo che godiamo da adulti. Contrappunti e ricordi di una vita che ci appare piana, facile, naturale, persino scontata, ma di cui la follia umana poteva privarci.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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