Nella storia dei casinò c'è un numero imprecisato di piccole e grandi truffe, alcune delle quali finite in celebri film o romanzi. In fondo, rubare al "banco che vince sempre" suscita una certa istintiva empatia da parte del pubblico nei confronti di quelli che rimangono comunque dei criminali. Anche noi che ne raccontiamo dobbiamo fare attenzione a non mitizzare dei delinquenti incalliti, ma di fronte a degli autentici geni - seppure geni del crimine - non si può non provare ammirazione. È il caso dei Roselli Brothers, autori della più epica truffa di sempre perpetrata ai danni di diversi casinò sparsi per tutti gli USA.

La storia si dipana in un arco temporale di circa 10 anni, dai primi anni '90 fino ai primi mesi del 2000. I Roselli Brothers erano gangster provenienti dal New Jersey, che avevano messo a punto un sistema per alleggerire diversi casinò di Las Vegas, Atlantic City e Porto Rico. Un metodo infallibile, nel vero senso della parola.
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STEP 1: L'HACKER
Il primo step consisteva nell'ingaggiare un hacker capace di accedere alle banche dati delle carte di credito di tutti gli Stati Uniti. Quindi, veniva fatta un'accurata cernita selezionando solo le persone più adatte allo scopo, ovvero gente con carte molto “profonde” e con più conti a proprio nome.
Selezionati i ricchi e inconsapevoli prestanome (ai quali, di fatto, veniva rubata l'identità ma neanche un centesimo in denaro), i Roselli creavano altri conti a nome di questi signori e li foraggiavano da subito con 50.000 dollari ciascuno, attingendo ai soldi provenienti dalle altre attività illecite del gruppo.
STEP 2: L'ESCA
Quindi, per ognuno di questi conti veniva creata una “vera finta storia”, in modo da non insospettire le future vittime, ovvero gli stessi casinò presso cui i suddetti conti erano stati aperti: appartamenti affittati dove far recapitare l'eventuale posta, attività commerciali inesistenti con pseudo-segretarie pronte a rispondere ad eventuali verifiche telefoniche e tutta una trama intessuta per fare apparire normalissime delle vite in realtà inesistenti.
Lo scopo lo avrete già immaginato: i casinò sono soliti aprire linee di credito importanti con clienti che dimostrano di meritarlo, ma prima di accordare queste linee a un cliente, quest'ultimo deve dimostrare di avere un conto con una certa stabilità economica, per almeno 6 mesi. In buona sostanza, si trattava di esche approntate per fare abboccare le case da gioco. C'era solo da attendere qualche mese, quindi arrivava lo step 3.
STEP 3: L'INCASSO
Una volta trascorsi i sei mesi, il casinò apriva una linea di credito per l'ammontare del deposito, ovvero altri 50mila dollari: il gioco è fatto. Uno dei fratelli si presentava come titolare del conto e ritirava 100.000$ in fiches, l'altro era già dentro ed entrambi si dirigevano ai tavoli di baccarat o di craps. Con la tecnica dell'offset betting i due ripulivano l'intera cifra, con il primo che dava l'impressione di perdere tutto mentre in realtà l'altro fratello stava vincendo praticamente la stessa cifra (al netto del vantaggio del banco). Quindi i due si volatilizzavano, dopo che il presunto pollo aveva perso tutto mentre l'altro era già passato all'incasso.

Per non dare nell'occhio, i Roselli brothers cambiano città e casinò ogni settimana, ingaggiando altri “attori” in modo da rischiare sempre meno di venire scoperti e alzando la posta, arrivando a farsi dare anche 1 milione di dollari in chips, nei casinò più grossi.
L'ultima puntata di questa incredibile storia avviene nel gennaio del 2000, quando i Roselli decidono di fare il loro ultimo blitz. Un blitz di massa, che coinvolgeva tutte le false identità che erano ancora rimaste “vergini” e che prevedeva anche un maggiore rischio di venire scoperti. Ma il sistema si dimostra infallibile ancora una volta, e il gruppo si dilegua con tutto il malloppo per non ricomparire mai più.
Un metodo talmente perfetto che l'FBI si accorge della truffa solo 6 mesi dopo, quando viene chiamata in causa per l'alto numero di insolvenze che avevano insospettito il management dei casinò.
ESISTONO LADRI CHE NON ESISTONO
Tuttavia nessuno ha mai avuto più tracce dei Roselli brothers e dei quasi 40 milioni di dollari che hanno truffato ai casinò in tutti questi anni. Anzi, oggi abbiamo una certezza: i Roselli brothers non esistono, nel senso che anche il nome con cui sono diventati famosi è in realtà finto, l'ennesima identità rubata in questo caso a due poveracci, protagonisti ignari di un sistema geniale che li ha usati nonostante fossero morti già da parecchi anni prima.