Rafe Furst, uno dei quattro membri dell'ex Consiglio di Full Tilt Poker, si è accordato con il Dipartimento di Giustizia di New York: pagherà una multa di soli 150.000 dollari. In questo modo le accuse che pendevano sulla sua testa saranno archiviate.
La notizia è una vera e propria beffa per i clienti di Full Tilt truffati, se pensate che i procuratori di New York avevano richiesto una sanzione di ben 11,7 milioni di dollari nei confronti di Furst per truffa e riciclaggio di denaro (violazione della normativa federale UIGEA).
In base alle ultime indiscrezioni sembra che Furst abbia dovuto anche rinunciare ad un conto fiduciario a proprio favore (Telamonian Ajax Trust) ma non si conoscono i dettagli ed il saldo relativo.
In particolare gli inquirenti sostenevano che Furst avesse incassato negli ultimi anni 11,7 milioni in dividendi che erano stati distribuiti illecitamente (utilizzando anche i fondi dei giocatori).
Senza dubbio il suo ruolo nella gestione di Tilt è stato marginale, ma a livello formale, la sua responsabilità risulta oggettiva, al pari degli altri membri del Consiglio. Questo accordo favorevole spiana pericolosamente la strada agli altri consiglieri: Howard Lederer (multa da oltre 42,8 milioni), Ray Bitar (40,9 milioni) e Chris Ferguson (25 milioni), che con poco potranno cavarsela, nonostante la gestione disastrosa che ha portato al crack della room ed i ricchi dividendi distribuiti a tutti i soci.
Non scordiamoci che i giocatori italiani e statunitensi sono in attesa di rientrare in possesso dei loro fondi da più di un anno.
L'accordo di Furst può avere giustificato solo con la palese debolezza delle accuse (sotto il profilo giuridico) dei procuratori di New York ed è lecito ancor di più farsi delle domande sul black-friday, l'inchiesta che alla fine dei conti ha procurato danni finanziari rilevanti a migliaia di giocatori.
Furst si è difeso sostenendo che non era a conoscenza delle attività illecite condotte dai manager di Tilt e che la società non utilizzava i saldi dei players. I 150.000$ andranno a far parte del fondo gestito dal DoJ per il rimborso dei giocatori statunitensi.
La sensazione è che con la nuova interpretazione del Wire Act (il poker non è vietato negli USA) e la sentenza DeCristina (prodotta in giudizio dagli avvocati di Lederer), la posizione della pubblica accusa sia sempre più debole e l'accordo di Furst lo testimonia.
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