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I socialisti spagnoli contro i poker pro: “tassateli su tutto!”

ana-marquezChi troppo vuole nulla stringe: un proverbio italiano che potrebbe essere ricordato ai politici spagnoli, prima di compromettere definitivamente il nuovo mercato dell’online.  Perché? Il Partito Socialista iberico ha sferrato un attacco frontare ai giocatori professionisti, presentando un disegno di legge che – nel caso di approvazione – impedirebbe ai grinder di compensare le perdite con le vincite, al momento della dichiarazione dei redditi. 

 Per i Socialisti, questo sistema è iniquo rispetto ad altri settori dell'economia e rappresenta un privilegio per l’industria dell’e-gaming. Un'entrata a piedi uniti nei confronti dei pro.

Al momento dell’inizio del mercato online, l'Agenzia delle Entrate di Madrid prospettava una doppia imposizione nei confronti dei giocatori, i quali erano costretti non solo a pagare (con una trattenuta alla fonte) il 25% sul rake lordo (aliquota a dir poco sproporzionata rispetto agli altri paesi europei, ad eccezione della Francia), ma anche a dover pagare le tasse sui redditi, calcolate sulle vincite lorde (di conseguenza, anche sulle tasse già trattenute). 

L'effetto è stato quello di assistere ad una vera e propria diaspora dei pro iberici, la maggior parte dei quali hanno preferito prendere residenza a Londra o Malta. Secondo i numeri ufficiali si tratta di circa 300 rounders che hanno deciso di lasciare la Spagna.. 

Su segnalazione del DGOJ (l'autorità che controlla il mercato), il Governo si è deciso nel 2012 a fare un piccolo passo indietro: per l’Esecutivo, i professionisti devono ad oggi dichiarare i propri redditi, ma al netto delle perdite. Tutto in una legge, la 16/2012 del 27 dicembre.

Come noto, il poker è un gioco dove i regular riescono a guadagnare solo giocando molte mani, quindi con volumi importanti. Il guadagno è sempre sul margine. Già la Svezia applicava aliquote assurde sui pot lordi vinti nel cash game, ma anche il Governo scandinavo ha dovuto fare marcia indietro.

L’unico che vedrebbe di buon occhio questa possibilità è Sheldon Adelson, il padrone di Las Vegas Sands, deciso a costruire Euro Vegas a Madrid con sei nuovi casinò. Il boss del Nevada ha già chiesto al Governo spagnolo di abolire l’e-gaming per favorire il suo nuovo progetto. Sembra quasi che qualcuno indirettamente voglia fargli un bel favore. 

Applicare - come vorrebbero i socialisti - le aliquote sul turnover e non sul profitto, significherebbe distruggere completamente il mercato appena regolamentato, perché nessuno giocherebbe più sulle piattaforme autorizzate dal DGOJ (appellandosi alla normativa europea), trasferendosi su network internzionali, a condizioni molto più favorevoli. Il gettito tenderebbe ad essere pari a zero o quasi per il fisco spagnolo. In questo caso, il Partito Socialista rimarrebbe con un pungo di mosche in mano.