Una diaspora annunciata: molti regular di MTT online italiani si stanno trasferendo all’estero, vogliosi di confrontarsi in rete con i migliori players mondiali. L’ultimo a partire è Saman “Ottodix” Ziarati che ha deciso di vivere ad Edimburgo, in Scozia. Giuliano Bendinelli è volato a Londra, Rocco “RoccoGe” Palumbo ha preferito Nova Goriza, il coach di PokerMagia Mustapha “Mustacchione” Kanit vive da anni a Malta insieme a Marco Bognanni e una bella comunità di giocatori di alto livello.
Giuseppe Polichetti, sempre da Malta, ha dato l’assalto al WCOOP di PokerStars.com. Altri due giocatori sponsorizzati molto noti hanno raggiunto l’isola del Mediterraneo e presto ufficializzeranno la loro scelta professionale e di vita.
Gli esempi sono sempre più numerosi ed oramai non si può più parlare neanche di eccezioni. AAMS è consapevole (almeno a giudicare dalle parole di Rodano) del problema della liquidità (e non solo) che sta affliggendo il poker made in Italy e sta cercando di accelerare il processo di apertura, allineandosi - almeno in parte - alle idee del Governo Spagnolo che vuole aprirsi alla rete dot com con dei filtri e delle tutele speciali.
Una ricerca di Deloitte & Touche ha dimostrato che i mercati regolamentati nel poker online, così come sono strutturati al momento, non funzionano. I motivi sono da ricercarsi, in primo luogo, nell’elevata tassazione: gli operatori spagnoli hanno perso 72,5 milioni di euro nell’ultima stagione, nonostante investimenti marketing (pari a 125 milioni) che hanno generato ricavi per 234 milioni in un anno (giugno 2012 – giugno 2013). Deloitte ritiene che il 25% di prelievo sul rake lordo sia sproporzionato, soprattutto in un mercato dalla liquidità così ristretta. La società di consulenza consiglia una pressione fiscale pari al 10% per trovare un punto di equilibrio.
I numeri del mercato francese oramai sono noti da tempo e nell’ultimo anno gli operatori hanno perso quasi 70 milioni nel poker per via di una tassazione folle (si applica il 2% sul pot nel cash game) ed i principali professionisti da tempo vivono a Londra o Malta. Le società transalpine nel 2012 hanno ridotto in maniera drastica gli investimenti sul marketing (in particolare hanno abbassato vip system e rake back) ma nonostante ciò le perdite sono sempre pesanti. La coperta sempre più corta.
Una soluzione a livello di governance europea va trovata ed è la direzione che sta sollecitando AAMS con tutti gli altri stati membri dell’UE. Francesco Rodano, responsabile dell’online dei Monopoli italiani, ha parlato chiaro nell’ultimo convegno “Cross Border Regulatory Reform” ad Oslo. Il dirigente italiano ha ricordato che il poker mondiale è calato del 40% negli ultimi due anni. Le sue parole sono chiare e non hanno bisogno di alcun commento:
“Sarebbe opportuno – come riporta l’inviato di GiocoNews - che la cooperazione tra stati portasse finalmente a risultati pratici: finora ci siamo conosciuti, ci stiamo conoscendo da molto tempo e di sicuro abbiamo ottimizzato tantissimi processi e regolamenti che facilitano la regolamentazione del gambling online e questo è un ottimo risultato. Tuttavia non siamo ancora riusciti a trovare standard comuni e più giurisdizioni che possano facilitare gli operatori ad acquisire le licenze in più paesi senza vedere costi che si moltiplicano e procedure lunghe e complesse da superare.
Non a caso ora vediamo una concentrazione di licenze in una serie di Paesi mentre altri vengono tralasciati e le giurisdizioni vengono trascurate perché non convenienti dal punto di vista economico per l'operatore che vuole investire in altri stati".
"Pare che molti soldi degli italiani e di tantissime categorie di cittadini vengano spesi in social gaming. Non si tratta di una cannibalizzazione del gioco d'azzardo online ma piuttosto di una spesa in più di intrattenimento che tantissimi italiani stanno impegnando. E' un settore totalmente non regolamentato che dipende anzi dalle piattaforme su cui girano app e giochi e quindi senza controllo da parte dello Stato, specie sulla spesa dei giocatori di tutte le età".