Vai al contenuto

Liquidità comune nel poker? Si per Italia e Spagna, no UK

Tramontato il sogno francese, l’ambizioso progetto della liquidità comune nel poker online verrà portato avanti solo da Italia e Spagna, gli unici due paesi che hanno una piattaforma legislativa simile.

poker-eu

Al momento, non vi è alcun elemento che induce a pensare ad un’adesione da parte della Gran Bretagna, sempre più convinta a continuare ad operare sulle piattaforme internazionali (ma con dei doverosi accorgimenti sotto il profilo fiscale) come la maggior parte dei paesi che hanno legalizzato il settore negli ultimi anni (l’ultimo è stato la Grecia, il prossimo sarà l’Olanda). 

D’altronde l’autarchia nel poker non funziona: i dati dei mercati interni (Italia, Francia e Spagna) sono sotto gli occhi di tutti ed anche negli States, Nevada e New Jersey tremano: se non vi sarà una svolta federale o interstatale, il sogno a stelle e strisce è destinato a fallire nel lungo periodo.  

La riunione in programma a Roma in queste ore, vede coinvolti i responsabili di Germania, Francia, UK, Italia, Francia, Spagna e Portogallo ed ha come tema centrale la cooperazione (scambio dati di mercato) e lo sviluppo della normativa sul gambling contro gli operatori “illegali”. Un classico appuntamento di aggiornamento con i rappresentanti dei principali paesi europei dell’e-gaming.  

Nel Regno Unito quest’anno entrerà in vigore una normativa rivoluzionaria che introduce un nuovo criterio (“Punto di consumo”), per l’applicazione della tassazione (sulle scommesse piazzate dai residenti britannici). Sarà inoltre necessario anche per individuare gli operatori che dovranno per forza assicurarsi una licenza.  Ma i players di Sua Maestà continueranno a giocare sulle piattaforme internazionali dot com, come i danesi ed i belgi.

A Roma, si è parlato solo di un nuovo sistema per agevolare l'iter burocratico nell'accreditamento di un operatore. Se una società dell'e-gaming ha già ottenuto una concessione in Italia, Francia o Spagna (per esempio), potrebbe avere, in futuro, un iter più snello da affrontare con la Gambling Commission inglese. Ma si tratta solo di un progetto.

La Spagna invece ha deciso di intraprendere un’altra strada: in fase sperimentale vuole sviluppare una piattaforma comune nel poker online con l’Italia e successivamente aprire le porte alla rete .com, come in Danimarca: gli utenti faranno login sulle poker rooms nazionali per poi giocare sulla rete internazionale contro i giocatori degli altri paesi. 

L’Italia è l’unico paese che prevede – sotto il profilo normativo – l’apertura alla condivisione della liquidità con altre realtà.  In Spagna invece è necessaria l’approvazione di una nuova legge e il Parlamento di Madrid potrebbe ancora riservare delle incognite. Non tira un’aria del tutto favorevole nei confronti dell'e-gaming: negli ultimi mesi, l’opposione non ha esitato a criticare lo status fiscale dei poker players iberici che hanno la possibilità di poter detrarre le perdite e le spese in sede di dichiarazione dei redditi. Per alcuni politici questo è un “privilegio” rispetto ad altre categorie. 

SCOPRI QUI il nostro vip system multipiattaforma GUADAGNADI+: è l'ideale perché ti premia giocando su tutti i network.