Dopo la legalizzazione del poker online in Nevada, Delaware e New Jersey, l'e-gaming a stelle e strisce presto dovrà fare i conti con i numeri. E' vero che siamo ancora ai blocchi di partenza ma i tre stati non hanno la liquidità interna sufficiente per andare avanti per molto tempo.
Bisogna ragionare (così come in Europa) ad un progetto a più ampio respiro, nell’ottica di un'unica piattaforma comune. Ed in questa direzione, buone notizie arrivano dalla California. Secondo rumors sempre più insistenti, il 2015 (dopo le elezioni del 2014) potrebbe essere l'anno giusto.
Con l'annessione della California (38 milioni di abitanti) è naturale che si potrebbe costituire un primo network interstatale che potrebbe includere anche New York (sulla spinta di Rational Group). A Sacramento e dintorni si sta giocando una partita vitale per il settore.
"Non ho alcun dubbio che avremo poker online regolamentato in California" sostiene il professore universitario Nelson Rose, specialista legale sul gioco d'azzardo.
Ci sono da vincere le resistenze delle tribù indiane che gestiscono il gambling live in California e rappresentano una lobby molto forte a Sacramento, capitale politica.
Richard Schuetz della California Gambling Control Commission ha ammesso che lo Stato prenderà in seria considerazione la legalizzazione del poker ma non degli altri giochi. Il motivo? I casinò indiani hanno investito molto e non possono essere danneggiati (è noto che il texas hold'em per le sale da gioco è solo il classico specchietto per le allodole).
Ottimista anche l'avvocato di Washington, Jeff Ifrah. Stiamo parlando di uno dei massimi esperti del settore, essendo stato al momento dell'esplosione del black friday, uno dei legali più attivi nel cercare una soluzione per il salvataggio di Full Tilt. Avvocato difensore di Ray Bitar (discusso boss della red room), nonché consulente in passato di Isai Scheinberg (fondatore di PokerStars.com). Si vocifera che sia stato lui ad avviare e gestire le trattative con Bernard Tapie e con Rational Group, mantenendo sempre un dialogo aperto con il Dipartimento di Giustizia di New York.
Ifrah conosce bene gli equilibri politici del gaming americano ed è convinto che "se il poker verrà legalizzato, la California otterrà risultati tali da oscurare gli altri mercati. Non sono convinto che l'online danneggi gli interessi delle tribù, semmai il gioco in rete può aumentare le presenze anche nei casinò terrestri". La pensano allo stesso modo a Las Vegas, dove l'esperienza non manca. Il prossimo biennio sarà decisivo per l'online, non solo in California.