Vai al contenuto

Poker e tasse: le vincite sulle room.com extra UE (4a parte)

fisco-pokerL'offensiva del fisco in Svezia sta facendo tremare i poker pro che non hanno dichiarato le vincite maturate sui siti extra UE.

Un criterio, che come abbiamo visto, è adottato anche in altri paesi nordici come Norvegia, Finlandia ed Islanda. La normativa merita un approfondimento perché sembra essere l’interpretazione più corretta e compatibile alla luce del divieto comunitario di doppia imposizione

Quali sono i siti da considerarsi fuori dallo spazio economico europeo?

Per la legge svedese fa fede il posizionamento dei server (ma risulta determinante, a nostro avviso, la nazionalità della licenza e soprattutto se la società paga le tasse sul gioco raccolto fuori dall’Unione).

Per questo motivo, l'agenzia fiscale ha deciso di ritenere che dal 2008 al 2011, Stars e Full Tilt Poker agivano fuori dall'ambito UE.

PokerStars.com ha sempre operato con una licenza dell'Isola di Man  ma per evitare ulteriori problemi, nel 2012 ha deciso di acquisire una licenza dal LGA di Malta: in questo modo i players scandinavi possono giocare su PokerStars.eu e non essere costretti a dichiarare alcun tipo di reddito imponibile.

Per i manager della room dalla picca rossa, lo stesso principio può essere applicato per olandesi e tedeschi (in base sempre al principio corretto del divieto di doppia imposizione all’interno dell’UE) ma le autorità statali non sono delle stesso avviso (in Olanda, ad esempio, vengono tassati i redditi maturati sui siti stranieri, anche europeii).

Controversa anche la posizione di FullTiltPoker che aveva la sede operativa e legale in Irlanda (a Dublino) ma operava con i server e la licenza sull'isola del canale della Manica di Alderney (AGCC).  

FullTiltPoker dispone ora di una nuova licenza 'europea' a Malta (al momento i server sono sull'Isola di Man) come PokerStars, per buona pace dei players nordici. Per la legge svedese anche Bodog e Absolute Poker sono da considerarsi operatori non comunitari.

Sono esenti da imposte invece 888Poker, PartyPoker e il network Ongame, oltre a SvenskaSpel, società statale svedese.

  • Perché in un paese civile come la Svezia, con un senso civico molto elevato, si è registrato un tasso di evasione così alto nel poker?

Fino a poco tempo fa, veniva applicata un'aliquota pazzesca del 30% su ogni singolo pot vinto nel cash game, senza possibilità di poter dedurre le perdite. Per i players c'erano solo due alternative: trasferirsi all'estero oppure interrompere il grinding online sui siti extra UE.

  • Il nuovo regolamento: applicazione e limiti 

La normativa fiscale è stata - per fortuna - aggiornata e sviluppati su canoni più logici: in base al regolamento 338428-12/111, deve essere dichiarato il reddito derivante dalle vincite nette sui siti extra UE. Non sono imponibili gli utili inferiori ai 100$.

In poche parole vengono sommati i saldi netti di ogni sito, più le singole vincite live maturate nei casinò extra UE (per questo motivo è sempre più raro vedere svedesi alle World Series of Poker a Las Vegas). Il saldo netto per ogni singolo sito, deve tenere conto anche delle operazioni di deposito, prelievo e trasferimento dal 1 gennaio al 31 dicembre.

C'è però un limite sulla detrazione dei saldi negativi: se su un sito si è in saldo positivo di 100.000€ e su un altro si è in perdita di 80.000€, il reddito imponibile sarà di 100.000€ e non 20.000€. Per questo motivo, per limitare i rischi, ai giocatori svedesi conviene giocare solo su una room extra UE.

  • Il rakeback è esente?

Il regolamento svedese entra nel dettaglio e configura anche particolari ipotesi: ad esempio, il rakeback deve far parte dell'imponibile? Per la normativa fiscale è esente da tassazione. La valutazione invece può essere diversa per altri bonus (onde evitare eventuali elusioni).

fine quarta parte - continua

Poker: come pagano le tasse i giocatori in Europa - prima parte - seconda parte - terza parte

Poker online e tasse: guida per i poker players italiani: prima parte - seconda parte