La sezione penale della Corte di Cassazione si è espressa – con una recente sentenza – sulla spinosa questione delle vincite ottenute nei casinò italiani ed esteri. Una querelle nota nel mondo del poker live che si era conclusa in modo positivo nel 2014 con il precedente “Blanco-Fabretti” alla Corte di Giustizia Europea. I giudici italiani hanno rispettato la nota sentenza della CGE e ne hanno applicato i principi contenuti per un caso riguardo ad una vincita milionaria ottenuta da un residente italiano al Casinò di Montecarlo.
La sentenza è stata depositata il 31 agosto ed è la numero 24589/2020 (sezione penale).
In questo Articolo:
- 1 Il caso della vincita al Casinò di Montecarlo
- 2 Il Divieto di Doppia imposizione non applicabile al Principato di Monaco
- 3 L’inchiesta All in nel poker live
- 4 Le tre sentenze sulla vincita al Casinò di Montecarlo
- 5 Vincite al Casinò come “redditi diversi”
- 6 Casinò italiani: pagamento in contanti e la normativa antiriciclaggio
Il caso della vincita al Casinò di Montecarlo
Il caso riguarda un giocatore marchigiano che più di 10 anni fa aveva vinto 1,3 milioni di euro al Casinò di Montecarlo ma non aveva dichiarato la vincita al fisco italiano. Era stato condannato ad un anno di reclusione sia in primo che in secondo grado, fino alla sentenza in Cassazione di poche settimane fa.
Per la Suprema Corte le vincite ottenute nei casinò extra Unione Europea devono essere dichiarate (e di conseguenza tassate) al fisco mentre i colpi di fortuna registrati nelle sale da gioco italiane ed europee sono esentati (sono già tassati alla fonte).
Il Divieto di Doppia imposizione non applicabile al Principato di Monaco
Il Principato di Monaco (e le sue sale da gioco), come noto, non fa parte dell’Unione Europea e non aderisce all’Accordo sullo Spazio economico europeo. Per la Corte di Appello, il principato gode di un “regime fiscale privilegiato”. In base a questo presupposto, il giocatore di Macerata non aveva speranze di poter prevalere in giudizio.
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L’inchiesta All in nel poker live
Nel 2014, grazie alla Sentenza della CGE che ha dato ragione ai due pokeristi italiani, lo Stato italiano ha iniziato ad applicare in modo rigoroso il divieto di doppia imposizione nei casinò dell’Unione, rispetto alla precedenti pretese nei confronti dei giocatori di poker (con il pagamento del 39% delle vincite) soggetti ad indagini per via della famosa inchiesta “All in”.
In molti casi, diversi poker players arrivarono a degli accordi con l’Agenzia delle Entrate e per loro è stata una doppia beffa, considerando la sentenza positiva della CGE ed il recepimento pacifico da parte della giurisprudenza italiana.
Ad oggi, grazie al divieto di doppia imposizione e alla Sentenza a favore di Blanco e Fabretti, i giocatori italiani hanno obblighi dichiarativi solo fuori dai confini europei: a rischio quindi le vincite nei casinò del Regno Unito e di Montecarlo, oltre che degli States (in questo caso vale l’accordo bilaterale fiscale tra Italia e USA).
Le tre sentenze sulla vincita al Casinò di Montecarlo
La sentenza della Corte di Cassazione numero 24589 conferma il precedente della Corte di Appello di Ancona del 22 ottobre 2019 e del Tribunale di Macerata di primo grado che ha condannato il gambler marchigiano ad un anno di reclusione (pena sospesa) per il “reato dichiarazione infedele per aver indicato nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno di imposta 2010, al fine di evadere la relativa imposta, elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, costituito dalla somma di € 1.339.955 relativa alle vincite conseguite presso il Casinò di Montecarlo, e superiore al 10% di quelli indicati in dichiarazione”.
Vincite al Casinò come “redditi diversi”
Le vincite da casinò, per il fisco italiano, sono da considerarsi “redditi diversi” ed in questa categoria vi rientrano anche le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi derivanti da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli attribuiti in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali. I “redditi diversi” concorrono a formare il reddito complessivo percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione. Naturalmente sono da considerarsi vincite imponibili solo quelle ottenute fuori dai confini della UE.
I casinò nella UE invece agiscono già come sostituti d’imposta, versano allo stato una percentuale in base alle licenze/concessioni.
Casinò italiani: pagamento in contanti e la normativa antiriciclaggio
In Italia, dall’1 luglio sono in vigore i nuovi limiti per il pagamento dei contati con una soglia di 1999 euro. Oltre tale soglia, i casinò – per le vincite eccedenti tale limite – dovranno rispettare la normativa antiriciclaggio e quindi verificare l’identità del giocatore ed effettuare il pagamento con tracciamento telematico.