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La crisi dei casinò italiani: Sanremo e S. Vincent tagliano 70 dipendenti. Quale futuro per le agenzie di scommesse con il DPCM?

La rapida diffusione del Covid19 in queste settimane sta mettendo nei guai il gioco pubblico terrestre. I casinò italiani non se la passano bene, ma c'è un grosso punto interrogativo anche per gli altri settori.

Il Covid19 e la crisi dei casinò italiani

Negli ultimi mesi il Casinò di Sanremo ha dovuto allontanare 40 dipendenti, attraverso "incentivi all'esodo" proposti dal Consiglio di amministrazione: sono la conseguenza diretta del crollo delle revenues registrate in questo maledetto 2020. E pensano alla stessa misura in Valle d'Aosta.

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Saint Vincent: incentivo all'esodo per almeno 30 dipendenti

Il casinò di Saint Vincent, dopo la bocciatura del concordato da parte della Corte di Appello di Torino (su ricorso di due creditori), rischia la stessa sorte del Casinò di Campione. C'è da dire però che in Valle c'è almeno la volontà politica di salvare quello che è considerato un asset importante per il turismo. Inoltre nell'ultimo esercizio (2019) la sala da gioco aveva chiuso con 13 milioni di euro di utili.

Il Coronavirus ha però complicato terribilmente i piani di rilancio e così la società Casino de la Vallée Spa ha presentato un piano di "tagli" su base volontaria: si prevede il licenziamento di almeno 30 dipendenti, con una buona uscita di circa 20mila euro, considerando che il piano stesso prevede un fondo economico di 600.000 euro, da utilizzare entro il 31 dicembre (la manifestazione di interesse da parte del dipendente all'adesione deve essere comunicata entro il 30 novembre).

Il Casino de la Vallée ha giustificato questi "tagli" per via dell'emergenza: "il protocollo di sicurezza anti contagio Covid-19 ha imposto azioni (distanziamento sociale e riduzione della capienza delle sale da gioco) che hanno determinato un’ulteriore contrazione dei ricavi" in virtù di una "situazione congiunturale e di incertezza"; vi è dunque "la necessità di mantenere in costante equilibrio i conti economici all’interno di uno scenario nel quale l’Azienda soggiace ai vincoli normativi connessi alla riduzione della forza lavoro".

Il futuro delle agenzie di scommesse con il nuovo DPCM

Se i casinò se la passano male, anche le agenzie di scommesse e le sale giochi guardano ai prossimi mesi con preoccupazione, soprattutto per il costante diffondersi del virus sul territorio nazionale. Il recente DPCM firmato dal premier Conte e del Ministro alla Salute Speranza prevede che le attività delle "sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi".

Il destino per le agenzie è quindi in mano ai Governatori delle Regioni che dovranno tenere bene a mente l'importanza del gioco pubblico per il gettito ed anche per la forza lavoro impiegata. Il presidente della Campania De Luca ha già previsto un protocollo che - per fortuna - consente alle agenzie e alle sale di poter lavorare, ma con norme comunque stringenti.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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