La teoria del tracciamento
Come se Las Vegas avesse avuto pochi problemi e lo stesso vale per i suoi casinò, ecco l'ennesima spallata alla città. Questa volta arriva da parte di ProPublica. L'associazione No Profit ha pubblicato un rapporto in cui si evidenziano possibili diffusioni del Covid-19 all'interno dei casinò di Sin City: casi che avrebbero poi portato all'innalzamento dei casi in tutta la nazione. Tutto basato sui tracciamenti dei cellulari delle persone poi risultate positive e che in gran parte sembrano aver contratto il virus nella città. I dati sembrano si stati analizzati da due società specializzate.

A maggio, mentre i casinò di Las Vegas erano chiusi, i dati dei telefoni cellulari hanno mostrato che la stragrande maggioranza di questi dispositivi è rimasta concentrata nella regione sud-occidentale del paese. Il conteggio dei dispositivi su Las Vegas è raddoppiato a giugno, tuttavia, dopo che i casinò del Nevada hanno potuto riaprire il 4 giugno . Sono inoltre aumentati i viaggi da e per le principali città del Midwest e della costa orientale. Nel mese di luglio, i dati hanno rivelato che c'erano viaggi significativi da e per Las Vegas in ogni stato degli Stati Uniti continentali.
Il tracciamento di ogni singola persona
Sempre secondo il rapporto in questione, su Las Vegas e i suoi casinò, spiega che il diffondersi dei virus ha ripreso quota dopo la riapertura dei casinò. Se questo da una parte è innegabile che vi sia stato una risalita dei contagi a Sin City, dall'altra ci sentiamo in dubbio di confermare che siano stati per forza i casinò. Possono essere persone che già prima di arrivare a Sin City erano positive, oppure aver contratto il Covid-19 in viaggio. Difficile stabilire dove e quando.
Ricordiamo che diventa quasi impossibile stabilire una sorta di tracciamento dei casi, se una persona si infetta in un viaggio ad esempio in treno o in autobus. Soprattutto risalire alle persone che si trovavano con lui ed eventualmente metterle in quarantena in attesa di capire se a loro volta hanno contratto il virus. Dunque un rapporto che potrebbe essere anche interessante quello di Propublica, ma che rischia di fare acqua da molte parti.
I rigidi protocolli dei casinò
A Las Vegas, i Casinò dopo 78 giorni di Lockdwon, sono tornati ad animarsi il 4 giugno. Ma con delle regole ferree e rigide, dettate dalla commissione gioco del Nevada. Punti cardine sulla salute di giocatori, clienti e lavoratori, a cui nessun casinò può venir meno. Prima di tutto c'è stata una riduzione della capienza di giocatori all'interno delle sale. Tavoli "cappati", ovvero con un massimale di players per ogni singolo gioco. L'obbligo di mascherina in ogni luogo delle sale da gioco e degli annessi hotel.
Continua sanificazione dei tavoli da gioco, della area relax e svago e delle zone riservate alla ristorazione. Infine, come ad esempio nel poker live per alcuni casinò, l'implementazione fra un posto e l'altro al tavolo, dei pannelli di plexiglas per diminuire ancor di più il rischio di diffusione del contagio. Insomma mille attenzione che vanno a sfaldare molte argomentazioni di un rapporto che mostra tante lacune. C'è da attendersi una risposta molto forte dei casinò nei prossimi giorni, ad una relazione che rischia di mettere in ginocchio un settore che paga ancora le conseguenze del lockdown da una parte e l'assenza di turisti europei dall'altra.