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"Il miglior giocatore di poker di tutti i tempi? Charlie Esslinger"

Il mondo del poker è pieno di storie intense ed emozionanti. A volte queste storie faticano ad emergere, perché magari i protagonisti non sono supercampioni che hanno vinto milioni di dollari in carriera. Oggi vogliamo parlarvi di un player sconosciuto ai più, ma che secondo alcuni sarebbe addirittura il più grande giocatore di poker di tutti i tempi. Il suo nome è Charlie Esslinger.

Maverick
"Se Maverick fosse esistito davvero, sarebbe stato Charlie Esslinger" - Robert Turner

Esslinger nasce nel 1927, nel villaggio di Dallas Mill. Il giovane Charlie non è certo uno studente modello. Alla Rison School ha la fama del mediocre, di quello a cui leggere non frega proprio nulla. Mentre frequenta le scuole elementari, il piccolo Esslinger riceve per Natale un libro intitolato "Card Magic and Tricks". E la sua vita cambia per sempre.

Come detto, degli altri libri non è che gli importasse molto. Ma questo lo divora letteralmente. Charlie passa ore ed ore nella sua stanza, a fare pratica con un mazzo di carte, cercando di perfezionare ogni sua mossa. "Ovunque andasse quel bambino - ricorda un amico - portava con sé un mazzo di carte. Aveva mazzi grossi, piccoli, truccati e alcuni inventati da lui stesso".

Di lui, quel Robert Turner che abbiamo conosciuto come l'inventore dell'Omaha dice: "Non solo era un giocatore di poker eccezionale, ma anche un grande stratega. Ha studiato il poker ed altri giochi di carte prima ancora che i computer e i libri di strategia diventassero la norma. Ma cosa più importante, capiva la natura umana". E ancora: "Se Maverick (il personaggio interpretato da Mel Gibson nell'omonimo film, ndr) fosse esistito davvero, sarebbe stato Charlie Esslinger".

Esslinger è talmente avanti da essere in grado di stabilire l'ora esatta in cui quel tizio, seduto al tavolo da poker, ordinerà un drink. Oppure quando deciderà di alzarsi dal gioco. O persino quanto finirà per perdere. Un mostro.

Per passare un po' di tempo, lui e Turner giocavano al gin rummy, gioco molto in voga tra i gambler della generazione di Stu Ungar e Doyle Brunson. "Dopo cinque carte era capace di dirmi che era inutile andare avanti, perché tanto avremmo pareggiato. Era in grado di dirti esattamente le carte che avevi. Pensava fosse divertente vedere la tua faccia mentre ti diceva nove delle dieci carte gin che stavi tenendo in mano".

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Charlie aveva un cervello che evidentemente funzionava in una maniera meravigliosamente tutta sua. "Una volta gli ho chiesto di spiegarmi la sua strana hand selection - ricorda Turner - La sua risposta mi sorprese. Mi disse che le carte si muovono in schemi; disse che lui osservava il board per ore per vedere come si 'muovevano' le carte e giocava di conseguenza. Ma chi ero io per mettere in dubbio la risposta di uno che non aveva mai perso?"

E allora come mai un giocatore così straordinario, del livello di Stu Ungar, non è minimamente conosciuto? Ce lo spiega sempre l'inventore dell'Omaha: "Quante volte ho provato a dargli dei soldi per giocare a limiti più alti. Ma lui mi rispondeva sempre che non giocava per i soldi. Mi diceva che era impossibile trovare di meglio dei frequentatori del Golden Nugget, quindi perché cambiare?"

Esslinger - morto suicida per colpa dell'Alzheimer - non era solo un giocatore sublime, ma anche una persona dal cuore d'oro. Per farvi capire la portata del personaggio, chiudiamo con le tenere parole di un suo vecchio amico, tale Ray:

"Quando andavamo a giocare, Charlie mi ripeteva sempre quanto fossi un bravo giocatore di poker. In partita, se stavo perdendo, era il primo ad offrirmi dei soldi per continuare. Al ritorno mi diceva ancora che ero stato il migliore, che avevo perso per colpa della sfortuna. Tutte le mattine successive gli restituivo i soldi che mi aveva prestato. Ci ho messo vent'anni a rendermi conto che era lui il giocatore migliore: io ero semplicemente il suo migliore amico".

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