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Daniel Alaei, vincente per scommessa

Daniel “FakeSky” Alaei è piuttosto conosciuto tanto per l’essere un giocatore di cash game high stakes quanto per l’essere un abile torneista, capace di vincere in carriera 3 braccialetti WSOP, un titolo WPT e oltre 5 milioni di dollari.

Ciò nonostante, è indubbio che a dispetto di un palmarès invidiabile il ragazzo di Burlingame sia meno conosciuto rispetto ad altri top players, che magari hanno conseguito risultati meno prestigiosi ma sono stati capaci di ritagliarsi l’abito di un certo tipo di personaggio: “Certamente non mi sono curato molto dell’aspetto relazionale – ammette Daniel – ma non sono così sicuro che mi interessi. Quello di cui mi preoccupo è vincere e rilassarmi, anche se indubbiamente avere il rispetto dei propri colleghi è qualcosa a cui tengo molto”.

Daniel Alaei col braccialetto vinto nel 2006Un rispetto che come detto Alaei si è guadagnato a suon di risultati, a cominciare dal suo primo braccialetto WSOP, vinto nel 2006 in un evento da 5.000 dollari di 2-7 No Limit Draw Lowball: “La cosa divertente sta nel fatto che si tratta di una variante che non avevo mai giocato prima. Era l’ultimo torneo prima del Main Event, e feci una scommessa con Bill Baxter. Mi bancò 10 a 1 per la vittoria di quel braccialetto, e poiché era una variante che non conoscevo mi fece una piccola lezione di una decina di minuti, e vinsi”.

Bill Baxter è considerato il guru di questa specialità, dal momento che ci ha vinto cinque braccialetti WSOP, collezionando anche un impressionante numero di tavoli finali, l’ultimo dei quali è giunto quest’estate, quando è finito settimo su 238 partecipanti.

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Solitamente in questi tornei avvengono un certo numero di mani cooler, ma nel mio caso fino al tavolo finale le cose andarono lisce, senza momenti da dentro o fuori. Credo che quando si è dei buoni giocatori, il fatto di giocare una variante in cui non si sia esperti in qualche modo aiuti, perché ti costringe a rimanere molto concentrato”.

Ed a questo proposito, lo statunitense fa un’ultima riflessione anche sul dualismo fra la matematica e la psicologia nel poker: “Certamente quando compio delle decisioni tengo sempre presente l’aspetto matematico, ma non penso sia più importante del capire come ragioni il nostro avversario per poi comportarsi di conseguenza. Quando si è dei buoni giocatori,credo l’aspetto psicologico sia più importante”.

E Daniel Alaei un buon giocatore lo è per certo: se qualcuno nel mondo del poker ancora non se n’è accorto, ha ancora del tempo per potersi ricredere.

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