Sembra che ci sia ricascato. Men ’the master’ Nguyen, ancora una volta viene definito maestro sì…ma dell’imbroglio. Ad accusarlo è un collega che, a sua volta, non è certo un “incensurato”, cioè “Zee” Justin Bonomo...
Men ’the master’ Nguyen ancora una volta viene definito maestro sì…ma dell’imbroglio. Ad accusarlo è un collega che, a sua volta, non è certo un “incensurato”, cioè “Zee” Justin Bonomo. Ma mentre Zeejustin si è umilmente cosparso il capo di cenere ed è stato pienamente perdonato dall’ambiente, The Master aggiunge un’altra nguyenata alla sua lunga lista di imprese...
Il fattaccio avrebbe avuto luogo la settimana scorsa, secondo quanto racconta Justin nel suo Blog, al Commerce Casinò di LV, durante una partita di Mixed Game $200/$400. I protagonisti sono ovviamente Men ed un non meglio precisato giocatore vietnamita, finanziato proprio da Nguyen. E qui è opportuno aprire una piccola parentesi.
E’ pratica diffusa tra i cash players e – più raramente – tra i tournament players, quella di finanziare un giocatore (il termine è to stake a player), al 100% o in quote, se si crede che quel giocatore sia valido e quindi si pensa di poterne trarre un profitto. Questo anche perché la varianza è sempre in agguato, e può succedere che un giocatore, per quanto bravo, occasionalmente vada “in bancarotta”. Qui magari interviene uno staker, oppure in presenza di un giocatore che si ritiene valido per un dato livello, ma che non ha il bankroll sufficiente per giocarlo. Così se io ad esempio venissi considerato potenzialmente un buon giocatore per il NL $200/$400 ma non me lo potessi permettere pienamente, magari interviene un pro e mi rende staked al 40% . Ciò implicherebbe ovviamente che il 40% dei miei incassi andrebbe a lui e così via. Va da sé che può capitare di trovare allo stesso tavolo un giocatore e il suo finanziatore, ma in genere il pericolo di collusion è raro, proprio perché si rischia di venire cacciati via dal casinò, quando non marchiati a vita …
Ma torniamo ai nostri due furbetti, torniamo al Commerce: Men The Master è già noto per atteggiamenti odiosi al tavolo, come ad esempio prendersi continuamente tempo per “pizzicare” le carte ( cioè scoprirle ad una ad una e poco per volta). Qui, al mixed game $200/400, si sta giocando a “badougi”, una strana variante del 2-7 triple draw lowball, che si pratica in alcuni casinò di Las Vegas, e solo ai tavoli mixed game.
Justin Bonomo racconta di dialoghi in vietnamita stretto tra i due, di chips che Men prende dallo stack del tipo come se fossero sue, tutte cose che fanno immaginare che egli sia staked da Men. Lo sconosciuto asiatico è uno tight, e rilancia ad ogni draw solo se ha una mano forte. E qui viene il bello: all’ultimo cambio carte il vietnamita punta, Nguyen rilancia, gli altri due giocatori coinvolti nella mano foldano, mentre lo “staked” guarda Men e, dopo esitazione e con malcelato disappunto, folda anche lui.
Men per tutta risposta dice sorridendo beffardo ”tanto lo sai che ho il punto!”… Il problema è che già in passato Men ’The Master’ era stato accusato di imporre certe “regole” poco limpide ai giocatori che finanziava. Una di queste era proprio la seguente: quando entrambi i giocatori sono coinvolti in una mano, se Men rilancia, l’altro DEVE foldare, anche col nuts…..
Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno sviluppi per questo ennesimo, disdicevole episodio riguardante Men…