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Phil Ivey, un errore tanto clamoroso quanto indelebile

Phil Ivey non si capacita del suo errore"Questa mano non mi lascerà mai". Con queste eloquenti parole Phil Ivey ha descritto quello che tutto il mondo ha potuto vedere per la prima volta la settimana scorsa: uno dei migliori - se non il migliore in assoluto - poker player al mondo che mucka la mano vincente al Main Event WSOP, in un momento cruciale con appena 3 tavoli rimasti.

La mano (per chi non l'avesse vista, ne parliamo qui) rimarrà nella storia come uno dei più clamorosi "misread" di sempre, e Barry Greenstein ce ne rivela alcuni particolari.

Nel corso del suo audioblog dal titolo "thebearblog" sul sito pokerroad.com, Barry dice di aver chiamato al telefono Phil il giorno dopo aver visto in tv la mano incriminata. Secondo quanto sostiene Greenstein, Phil Ivey non si accorge minimamente del colore (cosa che ha appreso solamente dopo che l'episodio è apparso in tv), e la faccia disgustata che fa è riferita solamente al disappunto per il fatto che il suo avversario lo abbia reraisato preflop con A9 off suited. Quindi quella smorfia di rabbia sul volto di Phil "poker face" Ivey non sarebbe dovuto al fatto di essersi accorto tardivamente di avere la mano migliore.

Lo conferma un altro particolare rivelato da Barry: una delle prime cose che Ivey gli ha chiesto al telefono è "C'è qualche possibilità che quelli di ESPN abbiano sbagliato a montare la mano?", intendendo che magari sia stato inserito un board inesatto o delle hole cards errate e magari riferite a qualche mano precedente.

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Resosi conto del fattaccio, Phil si meraviglia per non aver ricevuto decine di telefonate di prese in giro dagli amici la sera stessa (martedì scorso, ndr) che ESPN ha mandato in onda l'episodio contenente la mano in questione. Ivey non ha comunque difficoltà ad ammettere "This hand is never gonna leave me", "questa mano non mi lascerà mai!". Il campione di Full Tilt Poker sa già che questa storia verrà tirata fuori un numero spopositato di volte, e sa di doverci fare l'abitudine. D'altra parte, come ricorda Barry Greenstein stesso, un misread capita a tutti.

Ma un misread di un supercampione, per giunta al penultimo atto del torneo più importante dell'anno, è destinato a far discutere, e forse a diventare "il misread per antonomasia".

 

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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