A New York, come abbiamo imparato nel mitico Rounders, giocare a poker live nei circoli è considerata un’attività illegale. Eppure Matt ‘Mike McDermott’ Damon e Edward ‘Verme’ Norton ci hanno accompagnato al Chesterfield della bella Famke ‘Petra’ Janssen e soprattutto al mitico club di John ‘Teddy KGB’ Malkovich. E chissà che cosa vedremo in Rounders 2.
Quella che vogliamo raccontarvi oggi è la storia di un novello ‘Teddy KGB‘, che si fa chiamare ‘Fred123’. Badate bene: non si tratta della trama di un film o di una serie tv, ma di una storia vera. La storia del Wendy’s Club, un circolo di poker che opera appena fuori Manhattan e che a quanto pare continua a farlo, nonostante di recente, un poliziotto in borghese si sia infiltrato e abbia sequestrato migliaia di dollari, oltre ad arrestare sei persone per possesso di droga.
Il vero nome di ‘Fred123‘ sarebbe Jason, almeno stando alle informazioni in possesso di DNAinfo.com: è lui il proprietario e il gestore di questo club clandestino (o underground, se volete dirlo all’americana). “La ricompensa è infinitamente più alta del rischio – ha affermato Jason – Se venissi arrestato, pazienza: tanto mi incriminerebbero solo di favoreggiamento al gioco d’azzardo, che viene contestato come reato minore”.
Jason non si scompone neppure dopo che lo scorso settembre, nel suo club, il poliziotto infiltrato ha sequestrato quasi mezzo chilo di erba e 5 buste contenenti cocaina. A quanto pare i potenziali profitti del club sono talmente alti che neppure la circolazione di sostanze illecite è sufficiente a far desistere ‘Fred123’.
Ciononostante, il caso del Wendy’s Club approderà ben presto in tribunale. Si parla della possibilità, per il circolo, di affrontare una penale da 1000 $ per ciascun giorno di attività, una multa che nelle intenzioni dovrebbe scoraggiarne l’attività.
Ma per un club destinato a chiudere, ce ne è sicuramente un altro pronto ad aprire anche se negli States spesso “giocare” con le leggi, diventa molto pericoloso e prima o poi i nodi vengono al pettine (vedi Black Friday).
I newyorchesi, tra l’altro, possono contare su un sito web (MySocialPoker.com) in cui vengono elencate le poker room clandestine che si trovano nei dintorni di Manhattan e Brooklyn.
La domanda, a questo punto, nasce spontanea (e non è diversa da quella che ci facciamo ormai da anni qui in Italia): non varrebbe la pena regolamentare i circoli di poker live, in modo da andare incontro alle esigenze dei tantissimi appassionati e, al tempo stesso, permettere allo stato (in questo caso New York) di guadagnarci qualcosa?