E’ un brutto momento per l’economia americana: il debito pubblico ha raggiunto livelli da paura ed in molti confidano nel poker in rete per dare respiro alle casse - sempre più vuote - del fisco statunitense. I parlamentari promotori della nuova legge sul gioco online hanno stimato che su internet il gambling potrebbe generare la bellezza di 42 miliardi di dollari per l’Erario nei prossimi 10 anni.
Inoltre, in base ad uno studio della società di ricerche e marketing, HE Gambling, l’industria dell’e-gaming potrebbe creare 32.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, nell’arco di cinque anni. Naturalmente sono solo previsioni. La dura e amara realtà è che dopo il Black-Friday, più di 50.000 grinders sono rimasti a piedi, disoccupati e non sanno più cosa fare, in attesa di nuovi eventi o soluzioni alternative. Molti stanno pensando di prendere residenza in paesi dove è consentito giocare su internet.
Secondo il sito PokerScout.com, dopo il 15 aprile, si è registrato un calo complessivo della presenza dei giocatori sulle piattaforme internazionali .com del 22%, un quinto del mercato mondiale.
I quattro principali siti sono stati costrette a dire addio al mercato americano, favorendo altre rooms che stanno registrando un incremento notevole di iscrizioni, con una media di 5.000 nuovi giocatori acquisiti ogni giorno. Bodog sta continuando nella sua politica aggressiva ed ha confermato come testimonial nel mercato a stelle e strisce, la nota player Evelyn NG, a testimonianza che le cose sono cambiate fino ad un certo punto e che il Dipartimento di Giustizia mai potrà fermare il mercato su internet.
Proprio Bodog è il sospettato numero uno per aver pagato per 2,5 milioni di dollari il dominio Gambling.com. Già a febbraio si rincorrevano voci d’acquisto da parte del noto bookmaker online. La proprietaria Media Corporation ha confermato – in queste ore - solo la vendita ad un misterioso acquirente e si tratta di una brusca svalutazione dell’investimento effettuato nel 2005, quando proprio Media Corp pagò il dominio ben 20 milioni di dollari. Nel 2006 l’approvazione della normativa UIGEA ne ha notevolmente deprezzato il valore di mercato.
Dati allarmanti giungono non solo dagli Stati Uniti. In Scandinavia, nel primo trimestre del 2011, l’operatore Betsson ha registrato un calo delle revenues legate al poker del 40% rispetto allo stesso periodo del 2010. Va decisamente meglio invece alla rivale Playtech che ha visto incrementare i ricavi lordi del 7%, pari a 46,6 milioni di sterline, grazie anche alla joint-venture con William Hill Online. Anche sul mercato francese, Playtech ha implementato i propri ricavi totali del 16%.