Siamo al caos. Gli appassionati di poker sembrano condannati al limbo perpetuo. Fino a che non si arrivera' ad una normativa unica e chiara, si susseguiranno situazioni contraddittorie come quelle di questi giorni. L'ultima viene da Pescara, la cui questura non solo ha sconfessato la "sorella" di Udine, ma è addirittura andata oltre!
Se infatti pochi giorni fa la questura del capoluogo friulano aveva improvvisamente - e con motivazioni francamente risibili - inserito il texas hold'em tra i giochi proibiti, l'altro ieri quella di Pescara ha diffuso sul suo sito la documentazione necessaria per richiedere l'autorizzazione a cosiddette "manifestazione di poker americano nei locali". Specificati i requisiti preliminari richiesti (copia dello statuto associativo, non erogazione di premi in denaro etc), si ritiene il limite della quota d'iscrizione a tali manifestazioni valutabile sui 70€, ovvero più del doppio di quanto ipotizzato nella relazione prodotta nell'autunno scorso dal Viminale, su precisa richiesta del Consiglio di Stato.
Il presidente di FIGP, Isidoro Alampi, ha ribadito ancora una volta l'urgenza di arrivare ad una legge in tempi brevi, per dare tranquillità ad un ambiente che da troppo tempo vive ormai in bilico - -suo malgrado - tra la legalità e la "carboneria".
E' la speranza di noi tutti, e la nascita di un nuovo interlocutore come l' AIGP (Associazione Italiana Giocatori Poker) potrà forse contribuire a creare una nuova e più forte sfera d'influenza, affinchè si arrivi alla sospirata normativa.