Il full foldato da Dario Sammartino durante l'IPT di Nova Gorica ha fatto discutere, ma lui giura che non sia stato così eccezionale: il napoletano ha spiegato perché spiegando il suo thinking process.
"Il field italiano è abbastanza semplice da affrontare - ha spiegato ai microfoni di PokerStars nel video allegato- perché tutta una serie di mosse che fanno parte dell'arsenale di un giocatore straniero sono sconosciute a molti player, i quali hanno più paura di essere eliminati che non di perdere valore dalla propria mano".
Dario Sammartino: all'IPT di Nova Gorica è arrivato al final table (courtesy PokerStarsBlog)

Sammartino spiega che il giocatore coinvolto in quella mano era molto chiuso, e quindi il suo range dopo la 3-bet preflop per "MadGenius87" era già piuttosto definito: "Non credo potesse avere altro che QQ, KK, AA e AK. Su flop T-T-K penso che punti sempre AK, e che checki QQ e KK, mentre con AA credo che punti più spesso che no".
Il check behind al flop è insomma un primo campanello d'allarme, ma quando il turn consegna il full di nove a Sammartino questi non può fare a meno di puntare, ed il suo avversario chiama.
Il river come sappiamo è una carta ininfluente. Sammartino punta di nuovo, il suo avversario va instantaneamente all-in e Dario senza bisogno di pensarci su folda: "Con una coppia d'assi o AK si sarebbe limitato a chiamare, con QQ forse avrebbe chiamato o forse foldato, e quindi l'unica mano con cui avrebbe fatto quell'azione era proprio KK".
Dario insomma ha ragione: detto così, sembra davvero semplice, e nel caso vogliate seguirlo attualmente al tavolo finale non dovrete far altro che seguire qui la diretta live.