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Macao caccia i pro: non c'è spazio per Sam Trickett

I bei tempi del cash game high stakes a Macao stanno per finire? No, ma certo per molti pro che affrontano lunghi viaggi per giocare sta diventando sempre più dura trovare posto nelle partite "giuste".

Ne sa qualcosa Sam Trickett, che è appena volato in Cina con la dichiarata intenzione di giocare per addirittura un mese. Il britannico rischia però di dover rivedere i propri piani drasticamente al ribasso, dato che una volta sul posto si è accorto di come prendere parte alle partite più ambite stia diventando sempre più difficile, anche per uno come lui.

L'inglese è un assiduo frequentatore dell'isola, e certo può anche spendere una certa notorietà internazionale in suo favore, appeal che però non appare più sufficiente, e le ragioni non sembrano difficili da indovinare.

In passato infatti erano pochi i professionisti che si presentavano dall'altra parte del mondo, col sorriso sulle labbra ma il coltello fra i denti, forti di amicizie tessute pazientemente con un unico, malcelato obiettivo: quello di portar via dall'Asia quanti più soldi possibili, depositarli sul proprio conto in banca e quindi, possibilmente, ricominciare.

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Adesso che i professionisti - anche locali - hanno però accerchiato i facoltosi avventori di quei tavoli, questi ultimi potrebbero legittimamente aver sviluppato una certa irritazione, nel constatare che di fatto sono dei veri e propri target.


Del resto, non bisogna far l'errore di credere che chi sia scarso a poker - o semplicemente non in grado di vincere in una partita a cui siedono alcuni tra i professionisti più forti al mondo - sia anche uno stupido nella vita, e viceversa. Un uomo d'affari asiatico difficilmente sarà un perfetto idiota, ed anche se magari del denaro non gli importa poi molto l'idea di fare la fine del fagiano (lui che magari nel suo campo è da tempo cacciatore) non gli va proprio giù.

A questo si aggiunge un'evidente barriera culturale: come potete intrattenere i vostri "clienti" e scambiarci quattro amabili chiacchiere fra un milione e l'altro, se magari questi ultimi parlano solo in cinese? Come potranno percepirvi, se non come lo straniero venuto fin laggiù solo per svuotargli le tasche?

Macao è un universo a parte, una realtà magnifica e deprimente soggetta a regole proprie: Sam Trickett e soci faranno bene ad adeguarsi in fretta, o allo spettacolo più ambito rischiano di passare dal palco alla balconata in men che non si dica.