[imagebanner gruppo=pokerstars] Se c'è qualcosa che non manca ad un giocatore come Doug Polk è l'autostima, e non si può certo dire che si tratti di una sorpresa: "WCGRider" è arrivato in cima partendo davvero dal basso, e raggiungendo l'apice non certo nel momento più semplice.
E' facile a posteriori rintracciare alcuni elementi che hanno creato i presupposti di questo successo, come ad esempio la sua precoce passione per il testa a testa, ma in un altro gioco: "Quando ero piccolo ho cominciato a giocare a scacchi con mio padre, avrò avuto cinque anni - rammenta intervistato da CardPlayer.com - per rendere la partita più equilibrata cominciò a giocare senza alcuni pezzi importanti, reintroducendoli man mano che miglioravo. Una volta compiuti gli otto anni, non fu più in grado di battermi".
Da adolescente, al pari di molti altri, si è invece dedicato ai videogiochi, sebbene questo non abbia permesso a molti suoi coetanei di raggiungere un successo simile al suo in un campo simile, evidentemente: "Sono sempre stato attratto dai giochi online, mi elettrizzava l'idea di confrontarmi con qualcun altro dall'altra parte del mondo, e passai un bel po' di tempo a giocare a Starcraft, Starcraft2 e WarCraft3".
Fin quando, a cominciare dal liceo, non fu la volta del poker, dove dopo qualche tentativo casuale cominciò a grindare dal NL2: "La prima cosa che ho comprato con gli FPP è stata una maglietta di PokerStars, che indossavo a scuola - ricorda ancora oggi - mi sentivo il più figo". Ma poi con gli anni la faccenda si è fatta ben più seria, fino alla sfida con "Sauce123".
"Aver battuto in heads-up Ben Sulsky è stato il traguardo che mi ha reso più orgoglioso, per quanto riguarda il poker - sottolinea - all'epoca lui era considerato se non il migliore certamente fra i più forti, e molti inizialmente erano convinti sarebbe riuscito a prevalere. Pensare che ho cominciato a giocare ai limiti più bassi e che sono riuscito a battere uno dei migliori giocatori di cash game high stakes mi ha dato un'enorme soddisfazione".
Malgrado il suo terreno rimanga il poker online, in tempi recenti "WCGRider" si è visto sempre più spesso dal vivo, ma solo nei tornei e non nelle partite private di Macao, e non è un caso: "Una delle ragioni principali che mi ha spinto a cominciare a giocare di più i tornei dal vivo è che online è diventato molto difficile trovare azione per me, e chi è disposto a farlo vuole dettare condizioni in modo da ritagliarsi un vantaggio.
Quanto al cash game live, ammettiamo che in queste partite private di Macao o Los Angeles ci sia una partita di No Limit Hold'em con bui $2000/$4000, è chiaro che il mio guadagno atteso orario lì è molto maggiore rispetto a qualsiasi altro tavolo online, ma ci sono molti aspetti da considerare.
Non è facile semplicemente presentarsi con tutti quei soldi in una partita dal vivo, inoltre dovrei vendere azione e preoccuparmi di tutti gli aspetti che ti consentono di poter mettere piede in una partita del genere.
Quando si mettono in fila tutte queste problematiche, confrontandole con la possibilità di giocare online su tre o quattro tavoli a limiti molto più bassi ma senza dover vendere azione e giocando più mani, la scelta mi sembra facile".
Il suo futuro, malgrado tutto, sembra quindi quello di continuare a giocare di fronte ad uno schermo, con un obiettivo tutt'altro che fumoso: "Voglio avere una carriera di successo per potermi permettere tutto ciò che desidero, ma non è ancora finita solo perché adesso mi trovo in cima. Desidero guadagnare il più possibile finché ne ho l'opportunità, ma penso che sarebbe folle pensare che io possa battere sempre chiunque. Quanto voglio lavorare duramente, e quanto sono forti i miei avversari? Non mi sorprenderei se arrivasse un giorno in cui mi renda conto che qualcun altro sia migliore di me". Ma quel giorno, per lui, pare non sia ancora arrivato.