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Giuseppe Di Iesu (PokerMagia): ‘perché conviene giocare MTT’

Tagliato il traguardo dei 50mila euro di profitto nel solo mese di maggio lo squadrone di Pokermagia MTT si è dovuto fermare pochi metri prima del target delle cento vittorie, chiudendo a quota 92. Poteva andare peggio…

giuseppe-pokermagia

Quasi 5mila euro li ha portati alla causa (e alla cassa) comune Giuseppe Di Iesu, trentenne grinder della provincia di Avellino che di Pokermagia è ormai un veterano. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Ciao Giuseppe, e complimenti: 5mila euro ad abi (average buy in) 15 sono un bel risultato.

Grazie mille, in effetti è andata molto bene e non a caso sto giocando da qualche settimana ad abi 22. Diciamo che Maggio mi ha ripagato di un aprile piuttosto avaro di soddisfazioni…

Fai parte di Pokermagia da un pezzo, ma sei entrato da poco nella squadra MTT. Raccontaci un po’ come è andata…

Sono con la scuola da ormai due anni e passa. Sono stato nel free coaching giocando cash game dal 2012 sino a marzo 2014. Ero coachato da Castoro.  Tre mesi fa, dopo aver letto su Assopoker che cercavano degli stakati MTT, avevo deciso di mandare la mia candidatura ed eccomi qui.

Quindi sei un quasi debuttante nei tornei?

Lì gioco da circa sei mesi in tutto, dapprima come autodidatta e poi con il coaching di Rino Ballas88 Fusco sempre tramite la formula del free coching di Pokermagia. Da quando sono entrato nel team di stakati mi coacha Luca Lukan Viglino con il quale ho un’ intesa perfetta anche a livello umano, nonostante lui sia interista e io milanista.

Se anche tu un transfuga del cash game…

Sì, penso che negli MTT, oggi come oggi, ci sia più profitto perché ci sono ancora moltissimi giocatori occasionali che sperano nel colpo della vita alla lotteria. Nel cash già al NL50 che grindavo io, il livello era piuttosto alto e per vincere soldi veri si doveva essere molto, molto forti. Dato che con il gioco, mi mantengo ormai da anni, sono obbligato a mettere il profitto davanti a tutto. Del resto è la seconda migrazione che faccio: come per molti, il mio primo amore erano stati i sit&go…

In che cosa è cambiato il tuo gioco passando da autodidatta a coachato?

Senza dubbio le fasi con uno stack tra 15 e 30 bui. E’ una fase delicatissima nella quale c’è ancora spazio di manovra e dove si può fare valere l’edge più che in late stage, dove molte mosse sono dettate dagli stack.

E la vita da grinder MTT, com’è? Si dice che sia decisamente tosta…

Sì, gli orari sono pesanti e le ore di grinding non sono certo rilassanti. Io gioco tutti i pomeriggi e tre sere la settimana, è faticoso, ma amo molto il poker anche dopo tanti anni, e poi ho il vantaggio di non tiltare mai nonostante le bad beat, il che aiuta decisamente a mantenere serenità.  Infine, per bilanciare la vita sedentaria, gioco a calcetto in serie C2 e ogni settimana ho due allenamenti più la partita. 

Che programmi hai nel medio lungo termine?

Mi mantengo con il poker ormai da oltre cinque anni e non penso certo di cambiare, ma semmai di migliorare ancora. Per questo ho in mente di rimanere con Magia almeno finché non sarò confident ad abi 40-50, ma non corriamo troppo. Mai mettere il carro davanti ai… bui.

Intervista a cura di Massimo Valz Gris

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