Dopo la partecipazione di Sorel Mizzi al podcast di Joe Ingram, erano in molti a chiedersi se il player canadese fosse già stato bannato da Pokerstars. Come avevamo ampiamente riportato, Sorel aveva rilasciato dichiarazioni pesantissime, ammettendo di aver giocato online da Las Vegas e di essere stato scoperto (nella maggior parte degli stati americani il poker online è assolutamente vietato). Nel corso della chiacchierata con Ingram non aveva fornito informazioni in merito a un eventuale ban, ma poche ore fa Pokerfuse.com ha svelato che Mizzi non potrà giocare su Pokerstars.com per due anni.
Se ufficializzata, la notizia rischia di suscitare molto clamore. Pokerstars è infatti nota per utilizzare il pugno di ferro su questioni del genere e pare che ci siano decine di giocatori bannati a vita proprio per aver giocato dagli States. L'allontanamento di due anni sarebbe quasi una beffa considerando che Sorel Mizzi ne ha combinate davvero di tutti i colori durante la sua carriera, come avevamo già avuto modo di accennare.
SOREL MIZZI: TUTTE LE IRREGOLARITÀ
In principio fu un caso di account sharing: il canadese comprò l'account di un conoscente che era deep nelle fasi finali di un torneo da un milione di dollari garantiti. Fu scoperto, gli fu sequestrato il primo premio e venne bannato a vita da Full Tilt Poker. Sorel riuscì poi a far cambiare idea ai vertici della poker room, facendosi "sbannare" nel 2011, quattro anni dopo il misfatto.
Ma prima del ritorno su Full Tilt Poker, il giovane ribelle riuscì anche a farsi squalificare da Pokerstars.com. Era il 2008, Sorel si trovava all'aeroporto di Barcellona pronto a imbarcarsi in direzione Londra per giocare le WSOPE. Poco prima di salire sull'aereo si rese conto di essere registrato a un evento high roller delle WCOOP, così contattò in fretta e furia un suo amico chiedendogli di giocare per lui fino a quando non sarebbe arrivato in hotel. Non appena mise piede in camera gli scrisse di uscire dal client ed effettuò l'accesso.
La pratica balzò immediatamente all'occhio della security di Pokerstars, che decise di bannare Mizzi per tre mesi.
L'ultima infrazione (nota) commessa online è proprio quella che ha descritto minuziosamente a Joe Ingram: durante le WCOOP del 2015 ha rischiato il tutto per tutto loggandosi da Las Vegas con un account intestato a un'altra persona. Una doppia irregolarità, quindi: da un lato l'aver giocato dagli States, dall'altro l'aver effettuato l'accesso a un conto gioco diverso dal suo.
Con questi precedenti il ban a vita era quasi scontato, e invece, secondo il poker player di Toronto, si tratterebbe "solo" di un divieto di giocare per due anni. Sorel Mizzi, comunque, non è preoccupato perché sembra essere in procinto di dire addio al mondo del poker, considerando che anche sulla scena live non gode di ottima reputazione.
In questo senso, l'accusa più grave risale al 2011. All'epoca si trovava a Las Vegas e decise di sfidare in una partita privata di Open Face Chinese Poker il neo runner-up del Main Event WSOP, John Racener. Sorel era convinto che lo avrebbe spennato e la partita di poker cinese si concluse effettivamente con una grossa perdita per Racener. Lo statunitense, però, non accettò il risultato e disse a chiare lettere che il dealer aveva barato distribuendo le carte da sotto invece che da sopra. Dal suo punto di vista, Mizzi e il dealer erano d'accordo per spennarlo.
Anche se Sorel ha sempre negato tutte le accuse, questo non è altro che l'ennesimo brutto episodio che ha caratterizzato la sua carriera. Una carriera che ora potrebbe finire con l'ennesima polemica legata alle sue irregolarità. Sarebbe un addio triste da parte di un giocatore che, giocando pulito, è riuscito a vincere milioni di dollari e ad imporsi come uno dei migliori torneisti in circolazione.