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Ciao Davide e grazie per averci dato la possibilità di fare quattro chiacchiere con te.
Sei certamente uno dei giocatori più apprezzati in Italia, il tuo storico NickName, Girex, è uno tra i più seguiti sul .it, anche se hai effettuato parecchie scorribande all’estero.
Puoi condividere coi nostri lettori quando e con quali giochi hai iniziato e quando hai cominciato ad interpretare seriamente il poker?
"Ciao Top e amici di AP.
Ho iniziato circa 10 anni fa più o meno per caso, la mia comitiva del tempo era finita di base in una sala scommesse che aveva messo i PC per giocare su un network allora molto in voga, People's.
Da lì iniziando per cazzeggiare con gli amici è nato un interesse che mi ha fatto iscrivere su un'altra room dal maggiore traffico, Pokerstars e mi ha fatto approcciare al poker in maniera più seria.
Così iniziai dai sit&go turbo, per poi passare agli HUSNG fino ad arrivare a quelli da 50-100€ (max buy-in al tempo). Poi venne introdotto il cash game sul .it e grindai con successo prima il 6max poi l'HU. Poi tornei, all'estero sul .com e ora intervallo tornei a cash".
Da dove arriva “Girex”? Che tipo di storia ha il tuo nickname?
"Girex nasce da un soprannome che mi diede un mio amico, Emanuele ai tempi delle medie per via della mia vertigine esagerata sul retro della nuca ("girella"). Solo che girella come soprannome non si poteva sentire e allora lo "stilizzai" io in girex.
Da allora per gli tutti gli amici poker-related e non ,sono “girex”.

Che tipo di esperienza hai avuto quando hai giocato dal vivo per la prima volta? Non faccio riferimento alle partite in casa con i tuoi amici, ma piuttosto al primo torneo a cui hai giocato in un casinò, immagino lo ricorderai.
"Il mio primo torneo dal vivo fu un IPT di Sanremo, all'epoca da 2200€ buyin, qualificatomi con un satellite online: mi feci accompagnare dal mio amico extra-poker, sempre lui, Emanuele, che saluto, che pluri bocciato a scuola la vide come opportunità per farsi una scampagnata e fare "sega".
Mi ricordo che incontrare dal vivo Dario Minieri fu un'emozione unica (anche il mio amico che non era del mondo lo conosceva).
Un aneddoto divertente è che nonostante fossi agitato e molto emozionato per il mio primo live, shovai in bluff tipo 6-7 volte pot al primo livello del day1 su un board con 5 carte a scala (34567) per far foldare gli split a oppo essendomi convinto che non potesse avere 8x, adrenalina pura".
Di solito le motivazioni sono quelle che spingono un giocatore a cambiare marcia, quali sono state le tue, a prescindere dal denaro che dovrebbe essere, per la maggior parte di noi, quella principale?
"Sicuramente è stato il mio spirito competitivo, l'amore per questo gioco e il non voler essere un "mediocre" nel mondo. Lo scelsi anche dal punto di vista professionale".

Nel corso degli anni e in una carriera professionale relativamente breve, hai ottenuto risultati sorprendenti. Qual è stata la tua vittoria più divertente al tavolo da poker, o quella che ricordi con maggiore spensieratezza?
"Sicuramente il secondo posto al 2200re-entry all’EPT di Barcellona (città che amo) 2017, fu il mio primo importante risultato live dopo diverse trasferte deludenti, i festeggiamenti con gli amici furono anche troppi 😀 !"
Nonostante tu non sia un animale da live, non sono poche le scorribande con segno “più” facenti capo alle tue trasferte, vedo, soprattutto, in Spagna. Se dovessi scegliere tra giocare dal vivo o online e avessi una sola opzione, quale sceglieresti e perché?
"Sicuramente online per quanto riguarda il gioco. Giocare live può essere davvero mooolto noioso e frustrante. Le trasferte sono belle per tutto il contesto, viaggiare, rivedere amici, partecipare a tornei dal montepremi enorme..."
Il poker richiede alta concentrazione e può essere molto faticoso se giochi lunghe sessioni giorno dopo giorno come sicuramente è nel tuo caso. Come ti rilassi dopo aver giocato? Hai qualche hobby o attività oltre al poker?
"I miei hobby sono il calcio, sono tifossisimo della Roma e il mondo dell'enogastronomia, in particolare la cucina gourmet e i vini spumanti di qualità.
Sono tra l'altro al secondo (di 3) livello di un corso professionale da Sommelier che purtroppo si è interrotto per il Covid.
Detto questo, per staccare dopo lunghe sessioni o giorni particolarmente intensi di poker non c'è niente di meglio che la compagnia degli amici storici e quella della mia ragazza".

Hai intrapreso recentemente l’attività di coach intensificandola ed entrando a fare parte di un universo piuttosto battuto da molti professionisti. Come mai questa scelta e che tipo di soddisfazione può originare?
"Sì, sono da poco entrato in una scuola di poker italiana, e già mi sto togliendo le prime soddisfazioni. Ho scoperto che mi piace molto insegnare e streammare su Twitch.
In una disciplina così egoistica è bello ritagliarsi uno spazio in cui mettere a disposizione degli altri le proprie conoscenze, aiutarli a migliorare e ad aumentare il loro guadagno atteso".

Come si svolge, generalmente, una sessione di coaching di Davide Marchi?
"Generalmente, a meno di richieste specifiche del coachato, si inizia con una review del loro gioco. Quello che a me piace insegnare sono gli strumenti per poter approcciare al gioco in modo bilanciato ma anche , quando necessario, staccarsene completamente per sfruttare le debolezze del nostro avversario o le tendenze note del field che affrontiamo".
E adesso la domanda delle domande: la passione è uno dei motivi che spinge la maggior parte di noi a sedersi a clickare o a fare un viaggio fuori per provare a shippare duro. Quanta passione scorre nelle vene di Girex a metà del 2020?
"Posso dire che adesso, quella che prima poteva essere ossessione, si è trasformata in una passione in modo più "sano". Tra l'altro poter cambiare disciplina ad esempio tra tornei e cash mi aiuta anche a tenerla più viva. La mole di gioco che metto ad oggi è diminuita di tanto a favore, spero, della qualità".