La legge italiana non permette l’organizzazione di tornei di texas hold’em dal vivo senza concessione rilasciata da AAMS. Coloro che contravvengono a quanto stabilito dall’articolo 24 della legge “Comunitaria” (88/2009), vanno incontro ad una violazione di diritto amministrativo riconosciuta dalla giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato e dei tribunali regionali (Tar).
La magistratura penale invece sembra più restia a ravvisare il reato previsto dagli artt. 718 e 720 del codice penale ma nonostante ciò, le probabilità di una segnalazione sono alte per i titolari dei circoli e i giocatori. Anche la Cassazione muta le sue decisioni nell'arco di pochi mesi. Regna sovrana l'incertezza.
Dopo quasi quattro anni di attesa, il Governo Monti, nel decreto Milleproroghe, ha previsto entro il 31 gennaio 2013, il primo bando per il rilascio delle licenze delle future poker rooms live. Salvo ripensamenti, nel 2013 sarà possibile giocare nei circoli autorizzati dai Monopoli di Stato. Vediamo quali sono le principali novità.
Quando costa una licenza e per quanto tempo è valida?
Si parte da una base d’asta di 100.000 euro ed ogni licenza ha una durata di nove anni. Ne saranno assegnate 1.000. Il Governo confida di autorizzare l’avvio di 500 nuove sale nel primo anno. In particolare la nuova legge dispone: “i punti di esercizio sono aggiudicati, fino a loro esaurimento, ai soggetti che abbiano presentato le offerte risultanti economicamente più elevate, rispetto ad una base pari ad euro 100.000 ed operano a seguito dell'avvenuto rilascio della licenza prevista dall'articolo 88 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773".
- Quando saranno rilasciate le concessioni AAMS?
Il bando sarà celebrato entro il 31 gennaio 2013 ma potrebbe verificarsi un leggero ritardo, visto che il testo non è stato ancora inviato al Consiglio di Stato per il parere obbligatorio.
- Chi può partecipare al bando?
E’ il punto più critico e controverso. In base ad una interpretazione letterale dell’articolo 24 del recente decreto, solo i concessionari attuali (e le società di capitali “comunitarie” del settore del gaming) possono partecipare e presentare un’offerta per l’assegnazione delle licenze delle sale da poker. Una norma che sembra anti-concorrenziale e che –almeno all’apparenza – chiude la porta ai gestori dei circoli e agli imprenditori privati che vogliono, per la prima volta, investire nel settore.
Il testo appare restrittivo: “Nel rispetto dei principi comunitari, con provvedimenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, sono aggiudicati, tramite gara da bandire entro il 30 novembre 2011, concessioni novennali per l'esercizio del gioco del poker sportivo di cui al primo periodo, in numero non superiore a 1.000, previa effettuazione di una o più procedure aperte a soggetti titolari di concessione per l'esercizio e la raccolta, anche su rete fisica, di uno o più giochi di cui al comma 11 dell'articolo 24 della legge 7 luglio 2009, n. 88, nonché ai soggetti che rispettino i requisiti e le condizioni di cui al comma 15 dell'articolo 24 della legge 7 luglio 2009, n. 88".
In questo caso, il Governo restringe il campo a coloro che potranno partecipare al bando del poker live: la gara sarà riservata solo agli attuali concessionari italiani per i giochi pubblici autorizzati (betting, bingo, poker online, lotterie, titolari di agenzie di scommesse etc.) e alle società di capitali, con sede nell’ Unione Europea, che negli ultimi due anni hanno fatturato almeno 1,5 milioni di euro nel comparto del gaming.
- I circoli possono concorrere all'asta?
La legge offre uno spiraglio a coloro che non possiedono una concessione (vedi circoli e club privati) in particolare quando prevede che possono partecipare“soggetti che rispettino i requisiti e le condizioni di cui al comma 15 dell'articolo 24 della legge 7 luglio 2009, n. 88".
Secondo l’opinione e l’interpretazione autorevole di alcuni esperti legali di settore, è possibile aggirare gli ostacoli e partecipare lo stesso al bando di gara, con la costituzione di una società di capitali, destinata a gestire la concessione della futura poker rooms live. In particolare in Italia, diversi poker club sono già strutturati sotto il profilo formale come associazioni sportive a responsabilità limitata e sono a tutti gli effetti da ritenersi società di capitali. Rimane però l’ostacolo del fatturato richiesto negli ultimi due anni (1,5 milioni di euro). In questo caso una fideiussione potrebbe essere una garanzia di affidabilità e solidità finanziaria, ma siamo pur sempre nel campo delle interpretazioni. Vi sono anche opinioni contrarie sul punto. Bisognerà attendere la pubblicazione del testo del bando di gara per una valutazione definitiva.