Dopo aver messo alla sbarra le principali rooms mondiali, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti è pronto per un altro clamoroso blitz contro il poker online e non solo. La Procura del Maryland sta pianificando un’offensiva giudiziaria nei confronti del network Merge Gaming.
Fbi e magistrati sono già attivi e stanno pensando ad un’azione nei confronti della rete che serve ben 67 siti affiliati. La fuga di notizie filtrata dal Dipartimento USA è stata pubblicata da Subject Poker: con ogni probabilità nei prossimi giorni verranno posti sotto sequestro i fondi e i beni appartenenti alle società di gestione dei servizi di pagamento che hanno agevolato le transazioni tra il network ed i clienti residenti negli Stati Uniti, contravvenendo alla normativa federale UIGEA che vieta tali operazioni con i siti di gioco.
Non è ancora chiaro se saranno posti sotto sequestro anche i domini (come è avvenuto il 15 aprile) dei siti che accettavano gioco dagli States. Non è un caso che le skin hanno già modificato la stringa di accesso, usando codici dell’Unione Europea (.eu) o di Antigua (.ag): i generici .com vengono automaticamente reindirizzati.
Dopo il venerdì nero è iniziata una sorta di trattativa tra il Dipartimento di Giustizia e i responsabili del network: il 24 maggio Merge Gaming ha comunicato di non accettare più gioco negli States. Ma per gli inquirenti, il tentativo è stato ritenuto insufficiente e poco convinto, a tal punto che nelle Hawaii (dove è in atto una normativa molto severa), continuavano a pervenire nuove affiliazioni da parte dei giocatori residenti.
Nella prima metà di agosto, a peggiorare la situazione, c’è stato l’annuncio di un ritorno in grande stile negli States da parte di diverse poker rooms e bookmakers online della piattaforma. Da quel momento, la procura del Maryland ha deciso di passare ai fatti e di procedere contro la rete.
L’unica incognita rimane la “tutela dei giocatori” nord americani che potrebbero essere travolti da un secondo tsunami. Non è chiaro se il network tiene separata la gestione dei fondi dei giocatori da quelli delle skin affiliate. Di certo la procura federale del Maryland non scherza: già il 23 maggio aveva incriminato nove siti, con in testa la celebre room Doylesroom.com. In questo caso però si tratterebbe di sequestrare i domini di ben 67 società di gambling online, un'operazione giudiziaria senza precedenti. Naturalmente la fuga di notizie rischia di compromettere i piani dei procuratori e della polizia federale.
Merge Gaming ha comunque capito che non c’è spazio negli Stati Uniti ed ha deciso di puntare sul vecchio continente, acquisendo una licenza nell’Unione Europea: sono in corso trattative avanzate con il noto ente regolatore maltese “Lotteries and Gaming Authority”. Le autorità dell'isola però in questi giorni hanno negato di aver concesso l'autorizzazione ad operare alla room Lock Poker che è una delle sale più note della piattaforma.
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