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Laurent Tapie: ‘Full Tilt online nel gennaio 2012”

bernard-tapieIl Gruppo di Bernard Tapie, guidato dal figlio Laurent, si prepara alla sfida più difficile: l’incontro con il Dipartimento di Giustizia (Doj) di New York. L’esito dell'imminente meeting condizionerà l’efficacia dell’accordo di vendita. Il contratto appena sottoscritto è vincolante tra le parti ma conterà l'ultima parola dei Procuratori.

Se Preet Bharara avvallerà l’operazione, Full Tilt Poker passerà in mano francese. Un noto avvocato di New York, molto conosciuto nel settore dell’e-gaming, sta lavorando da settimane con il legale della red room Jeff Ifrah. I due esperti professionisti sono riusciti a preparare il terreno, ottenendo subito un appuntamento con i procuratori.

La strategia
A 24 ore della revoca dell’AGCC, Bernard Tapie e gli azionisti di Full Tilt Poker hanno voluto lanciare un messaggio chiaro: nonostante tutto, andiamo avanti e proviamo a salvare la room. I francesi hanno garantito i fondi per pagare tutti i players e questo dovrebbe essere un elemento più che sufficiente ai procuratori statunitensi per agevolare l’accordo.

Ufficializzare una simile intesa a poche ore dall’incontro, ha un significato strategico preciso: vuol dire mettere pressione alla Procura di Manhattan che dovrà prendere una decisione con gli occhi del mondo puntati addosso. Si spera che i procuratori non ragioneranno come hanno fatto i commissari dell’AGCC.

Partouche
Al momento Tapie smentisce il coinvolgimento di altri imprenditori nella cordata ma in Francia sono certi dell’ingresso in un secondo momento del gruppo Partouche e di un fondo di investimento che sarà garante di gran parte dei fondi. Perché la nota catena di casinò entrerà solo dopo alcuni mesi? La risposta è semplice: Partouche ha in ballo oltre 50 licenze in Francia per le sale da gioco e non può permettersi passi falsi. Entrerà nell’affare solo una volta che tutto sarà stato messo in ordine sotto il profilo legale e finanziario ed i Tapie non faranno scherzi. Laurent conferma: “al momento siamo da soli ma a seconda di come si sviluppa il progetto, potrebbero entrare nuovi investitori nella struttura”.

Nicolas Sarkozy
C’è anche un problema di natura procedurale e tecnica che non sarà semplice superare: i precedenti problemi legali di Bernard Tapie. Nel mondo dell’e-gaming, negli ultimi anni gli enti regolatori sono sempre più rigidi nel verificare il “curriculum” giudiziario dei titolari delle licenze. Forse, proprio per questo motivo, l’ex proprietario di Adidas e Marsiglia ha voluto mandare avanti il figlio Laurent e comunque, negli ultimi anni, Tapie è ritornato in auge, forte per le sue amicizie politiche:  nonostante sia stato un ministro (solo per pochi mesi) socialista, ha appoggiato nel 2007 l’ascesa del presidente Nicolas Sarkozy, con il quale ha un rapporto stretto.

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laurent-tapieIl piano di rilancio
Laurent Tapie ha confermato l’affare: “Non avrei intrapreso questo progetto se non fossi convinto delle sue potenzialità”. Il manager transalpino ha poi voluto rassicurare i giocatori: “Abbiamo dimostrato di avere i fondi necessari per ripagare tutti i debiti nei confronti dei players".

Tapie però fa capire quali siano le sue intenzioni verso il Doj: “Vogliamo trovare il modo di non pagare tutti i soldi necessari, per questo motivo parleremo con i procuratori”. La frase può suonare ambigua ma il figlio dell’ex presidente del Marsiglia si riferisce in particolar modo ai soldi confiscati, pari a 331 milioni di dollari, dal 2007 al 2011 alla room. Per i francesi, parte di quei fondi (almeno 200 milioni) spettano ai giocatori. Ma sarà difficile che il Doj cederà alle richieste e metterà sul tavolo della “trattativa” la multa da 1 miliardo contestata a FTP. Sarà un bel braccio di ferro ma chi conduce le trattative, è convinto che dopo un iniziale ‘tentennamento’ alla fine il super procuratore Bharara proporrà un compromesso ragionevole.

Brand e software
“Il marchio – conferma Laurent – sarà lo stesso: il sito continuerà a chiamarsi Full Tilt Poker. L’utilizzo di un altro brand è fuori discussione visto che è molto conosciuto in tutto il mondo. La tecnologia è forse la migliore del settore. Stiamo analizzando il management aziendale che sarà cambiato se verrà completato l’accordo. Penso che abbiamo gli strumenti per laciare il sito nelle prime posizioni per quanto riguarda il mercato del poker online. La strada è ancora lunga ma se tutto andrà secondo programma, Full Tilt Poker tornerà in rete nel gennaio del 2012”.

Cosa pensi dell'operazione? Tapie riuscirà a convincere i Procuratori di New York? Chi sono gli investitori? Vuoi conoscere tutti i retroscena e i possibili scenari futuri? Vieni sul nostro forum!

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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