L'altra notte non abbiamo chiuso occhio. Troppa era la voglia di essere presenti ad un evento storico, finalmente non di quelli che ti fanno provare vergogna per il genere umano, ma al contrario di un qualcosa che ti fa improvvisamente sentire il mondo come un posto migliore. A quasi diciannove anni di distanza, un altro muro è caduto. La storia dira' se Barack Obama sarà un buon presidente, e se e quanto sarà in grado di fare per risollevare le sorti di un paese in ginocchio. Gli anni sapranno dirci se è lui l'uomo giusto per ricondurre l'America al suo ruolo di guida illuminata della modernità, perchè torni ad essere più sentinella che esportatore di democrazia...
Un uomo di pelle nera alla Casabianca, un ossimoro che sembrava davvero impossibile da concretizzarsi, nonostante i passi da gigante fatti dagli USA sulla strada dell'integrazione razziale. Ma ora è realtà, e improvvisamente tutto il mondo sembra essersi liberato da un peso, e la ventata di ottimismo all'insegna dell' "impossible is nothing" potrà essere la scossa che gli Stati Uniti d'America - e non solo - attendevano, per compattarsi come solo loro sanno fare nei momenti difficili, e ripartire per affrontare le sfide dell'oggi e del domani.
Anche chi non guarda con favore i Democratici - o in senso più lato l'area "progressista" - ieri sembrava quasi sollevato. Perchè comunque la si pensi, Obama rappresenta il nuovo, ed ha vinto principalmente perchè la gente ha bisogno di sentire speranza, di entusiasmarsi, di non respirare più l'aria stagnante della vecchia politica, di tornare a coltivare sogni e poterli trasformare in progetti concreti.
Non meno storica è stata l'immagine di vero "fair play" tra i due contendenti, e quell'immagine di popolo che vuole fortemente stringersi, compattarsi, risollevarsi. E' superfluo dire quanto gradiremmo qualcosa di simile, da parte della classe dirigente della nostra amata e malandata Italia.
Non sappiamo se Obama manterrà le promesse fatte intorno alla legalizzazione del poker online, anche se la gran parte dei giocatori - professionisti e non - stava dalla sua parte. Certo, ci sono bisogni, necessità, impellenze molto più urgenti, nell'agenda del nuovo presidente USA. Infatti abbiamo lasciato a questo aspetto - che pur ci sta a cuore - una parte marginale del nostro augurio a Barack Obama. Perchè la missione di quest'uomo dal carisma naturale è improba: ridare fiducia ad un paese che vive una crisi - economica, di identità e di valori - dalle dimensioni mai viste.
Buon lavoro, Mr. Obama!