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Milano trema: chi ha paura del poker polacco?

Il seguente articolo è stato scritto nel pieno rispetto della normativa vigente circa lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: l'autore dichiara sotto la propria responsabilità giuridica, morale e intellettuale di non fare uso di droghe diverse dalla voce di Layne Staley.

Lupi a Milano: sounds legit.In un mondo minacciato dal proliferare di pillole del lutto del giorno dopo, differenziali indifferenti e paranoie on demand, aver paura del lupo suona come qualcosa di molto simile a un lusso.

Nonostante gridare spesso al suo nome mini la propria credibilità più che sostenere il fatturato del mestiere più antico del mondo, per chi si sia stancato di giocare al salutista allenando i dorsali di fronte ad un flat screen 3D da 45 pollici versi, la soluzione c'è: vincere al totocalcio per un Natale pieno di Doni, spostare la chiesa mossi da un sentimento di inimICIzia, andare in Perù con o senza AlpiTour o infine iscriversi ad una partita di WereWolves sul forum di AssoPoker. Inutile dire che chi vi scrive abbia scelto quest'ultima opzione.

Si tratta di schierarsi in due gruppi, “non buoni contro cattivi ma buoni contro buoni”: l'appartenenza è decisa dalla sorte e ciascuno conosce per certo soltanto il proprio ruolo. Per questo è indispensabile dedurre chi menta sul proprio conto, celando dietro ad un sorriso di fragola un'indole di limone, pronta a inasprire gli animi pur di assaggiare la vittoria.

Dal gennaio 2010 varie fazioni si sono fronteggiate: contadini contro lupi, Predator contro Aliens, guelfi contro ghibellini e studentesse liceali giapponesi contro pattinatrici sul ghiaccio svedesi (una delle partite elencate è in effetti frutto della fantasia dell'autore, n.d.r.).

Era solo questione di tempo, quindi, prima che alcuni dei protagonisti di queste virtuali battaglie – dove strategia, psicologia e mozziconi di sigaretta la fanno da padrone – decidessero di incontrarsi per far scorrere vino anziché sangue, che del resto non può che migliorare.

Il teatro è un ristorante di Milano in zona navigli, dove fra una bottiglia di Nebbiolo ed una bistecca da un chilo tutti si innamorano platonicamente a turno della cameriera dagli occhi verdi, il cui nome resta avvolto nel mistero così come si confà alle migliori realtà eteree.

E' qui che ErPixio rinuncia al suo proposito di una serata da astemio: metterlo in atto significherebbe venire scacciato dal resto del tavolo e non poter più fare ritorno in Veneto, per comprovata incompatibilità ambientale.

Luca777 si candida invece ad assaggiatore di bottiglie, ed è solo quando gli viene impedito di sottrarre con l'inganno l'ennesimo bicchiere che confessa di essere un top reg italiano dei sit&go heads-up di Pot Limit Omaha: del resto, si sa che l'uomo ladro non perde occasione di rubare a Cesare quel che è nel giardino del re.

Terminata la cena i nostri si dirigono in un ridente locale da qualche parte, dove Pierelfo cerca invano di far capire a -gico7- l'ovvia superiorità delle parigine sulle calze a rete e dello smalto nero su quello rosso.

Il mojito, simbolo di virilità nel mondoColpito da tali rivelazioni che scuotono le sue certezze quest'ultimo inizia così a straparlare, dichiarando che il mojito è una bevanda poco virile ma scegliendo poi di ordinare un limoncello, fra la costernazione dei più.

Mentre Fra_brll brevetta il mojito per sole donne - che al di là delle dichiarazioni di facciata si discosta dal suo alter ego maschile solo per il fatto di essere bevuto utilizzando una sola cannuccia delle due disponibili - e lo divide con thokk,  sguazzina inizia a giocare con una candela vaneggiando sulla curiosa natura della consistenza della cera, fingendo di ignorare quanto tutto questo potrebbe ritorcersi contro di lei in termini di fantasie sadosoft.

Nel frattempo è sopraggiunto anche Gi01, in nero vestito per non essere riconosciuto e far sì che gli altri gli parlino anziché mandargli un PM. L'effetto è talmente riuscito che, per confermare di essere davvero lui, è costretto ad impulsare l'account di un paio dei presenti con l'ausilio del palmare sottratto al cameriere brasiliano.

Purtroppo qualcosa va storto, e così al tavolo 4 arriva un conto in FPP, la coppia del tavolo 9 non può ritirare il resto senza prima averlo sbloccato mentre agli avventori del tavolo 32 viene ripetuto che non potranno alzarsi finché non avranno raggiunto la milestone del cinquecentismo metro di birra: hanno comunque tempo fino al 28 di febbraio, ed è probabile che in questo momento siano ancora sul posto, cercando di bruciare le tappe per chiudere la pratica entro il prossimo martedì grasso.

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Il gruppo a questo punto si spezza, scremandosi come la Cantina Tollo all'ottavo chilometro del Colle delle Finestre. Se tonygelati, passista puro che ha dato tutto nella piana, è fra coloro che sono costretti ad abbandonare la compagnia, in sette si trasferiscono a casa di dsan@aces per una partita di poker polacco, dove in palio non ci sono che gloria per i vincitori e infamia imperitura per i vinti.

Pierelfo è alla prima partita, e lo si intuisce da alcune scelte singolari, coraggiose come uno dei Tokio Hotel sotto il palco del Gods of Metal ma azzeccate come il Rach 2 scritto su carta millimetrata. Spinto da uno scetticismo humiano che lo porta a dubitare l'impossibile, si invola solitario sulle sei carte quando tutti gli altri non ne hanno che due, e quando gongola al pensiero di quanto sia vicino a sette e mezzo viene pietosamente chiarito l'equivoco.

A quel punto si desta in lui l'orgoglio, e complice anche un buon rush di carte – memorabile lo showdown dove mostra napoletana di picche, il carro e “Fiery Justice” - vede clamorosamente eliminati prima di lui nell'ordine -gico7-, Luca777 e La_Fenice, che comunque prima di alzarsi ci tiene a sottolineare come con le piacentine sarebbe stata tutta un'altra partita.

Pierelfo finisce quindi ingiustamente quarto a causa di un tris di donne che manca di concretizzarsi, mentre una sguazzina capolista per tutta la partita crolla sul finale, risucchiata come Juan Antonio Flecha dal treno della Lampre a 400 metri dal traguardo: tutta benzina nelle gambe per lei, in vista delle prossime classiche del nord.

In heads-up StupidSte conta di far valere la propria esperienza, maturata nei peggiori vicoli di Guadalajara dov'era solito guadagnarsi da vivere vendendo cravatte colombiane, ma nella circostanza ha sottostimato quanto pesi l'assenza dei suoi Persol, che gli conferiscono indiscusso potere e fascino.

Con l'aria dell'uomo con un marito ad attenderlo in ogni città prova comunque ad ostentare sicurezza, ma dsan@aces è in stato di grazia, pare lo Steven Bradbury di Cracovia e dopo aver vinto scoppia in lacrime intonando il “You'll never walk alone” in ginocchio sul divano, tutto di fronte allo sguardo di un'Amelie che, in quanto gatta dal pelo corto, delle vicende umane sembra sempre interessarsi il giusto.

La serata finisce soltanto alle sei del mattino, tra saluti commossi e niente affatto sobri ed i vicini che sportivamente fanno sparire le ruote dello scooter di dsan@aces adagiandolo su un paio di mine a rilascio di pressione, per una partenza esplosiva verso l'Ikea che avverrà soltanto nel pomeriggio seguente, ovvero quando ormai dei lupi per le strade sembra esserci rimasto soltanto il vizio...

"...that's my idea of a good time, baby..."

Aerosmith - Eat the rich

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